Venezia. «Affitti troppo alti? Gli studenti vengano a lavorare in alberghi, bar e ristoranti»

Giovedì 18 Maggio 2023 di Tomaso Borzomi, Marta Gasparon
La protesta degli studenti universitari accampati contro il caro affitti

VENEZIA - Affitti alti? Per gli universitari che studiano a Venezia esercenti e albergatori propongono una soluzione. «Abbiamo bisogno di personale - spiega il direttore di Aepe, Ernesto Pancin - E i ragazzi che studiano a Venezia, da quello che leggiamo, hanno difficoltà a pagare gli affitti. Uniamo le due esigenze».
Un modo per conciliare difficoltà economiche, carenza di lavoratori, ricerca di manodopera locale sulla quale sono d’accordo le categorie economiche della città, sulla scia delle parole del sindaco Luigi Brugnaro che l’altro ieri aveva risposto a uno studente che denunciava i prezzi alti degli affitti per le case.

La proposta

«Lavorando qualche ora nei nostri locali - spiega Pancin - gli universitari possono raggiungere un pizzico di indipendenza che consenta loro di restare vicino alle sedi universitarie. In cambio, noi stiamo cercando luoghi da adibire a foresteria da destinare a loro e anche a chi viene da fuori città per entrare nel nostro mondo lavorativo».
L’Aepe lancia quindi un segnale. «Offriamo - aggiunge Pancin - opportunità di alloggio da destinare ai dipendenti che abitano lontano.

Perché se non si trova chi voglia intraprendere lavoro in questo settore, bisogna cercarlo altrove. Siamo in forte difficoltà, non si trova personale, quindi, proprio per cercare nuove opportunità, ci rivolgiamo ad altre regioni».

Gli albergatori

E anche gli albergatori aprono le porte agli universitari. Daniele Minotto, vicedirettore Associazione Veneziana Albergatori dice: «Se la loro volontà e disponibilità oraria è compatibile con un lavoro si può fare. E non sarebbe una novità: di studenti ne abbiamo sempre avuti e i turni si possono gestire in base alle loro necessità. Ava è disponibile a colmare lacune anche con percorsi formativi gratuiti che garantiscono le competenze specifiche per entrare nel settore in determinati ruoli, che siano reception o camerieri». 
«Il lavoro nel settore alberghiero - prosegue Minotto - è 24 ore su 24 quindi non è un problema trovare una collocazione per chi di giorno deve frequentare le lezioni: oltre al lavoro part time esistono anche modalità contrattuali “a chiamata”, su poche ore e come “extra”, solo alcuni giorni della settimana. Di sicuro il periodo aiuta, considerata la forte richiesta di personale che spinge le aziende ad accettare anche forme di flessibilità. Noi siamo disponibili a dialogare con gli studenti, se hanno la necessità di un lavoro flessibile che permetta di studiare e rimanere a vivere in città senza gravare sui genitori, che sia in forma diretta o attraverso un accordo con l’ateneo».

«Costi mostruosi»

Matteo Masat, direttore di Confartigianato Venezia, allarga il tiro. «Gli universitari in difficoltà a causa del costo degli alloggi - osserva - se possono arrotondare attraverso qualche lavoro lo fanno e lo hanno sempre fatto. Non credo siano tanto sprovveduti da non sapere che il bar in cerca di personale li accoglierebbe, se glielo chiedessero. Poi certo, bisogna vedere come li fa lavorare, ma questo è un altro discorso».
«A Venezia - aggiunge - i costi sono mostruosi ed è inevitabile che si faccia fatica. D’altronde vale lo stesso per gli artigiani locali (due terzi di quelli che lavorano qui vi vivono anche), chiamati a sostenere spese enormi su tutto. Una politica monocentrica rispetto al turismo non può che creare queste aberrazioni. E quella più evidente è questa: chi vuole lavorare, abitare e vivere questa città non può che trovarsi in difficoltà. Sia che si tratti di artigiani, sia che si tratti di studenti universitari». Senza considerare l’aspetto dei servizi per la cittadinanza essenziali, che in tale contesto si stanno, giocoforza, assottigliando.

Ultimo aggiornamento: 19:27 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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