È Andrea Campello il "regista" della frode sulle auto per evadere il Fisco

Le motivazioni della sentenza che condanna il papà dell'influencer Alice e patron della concessionaria a tre anni di reclusione

Sabato 19 Agosto 2023 di Gianluca Amadori
Andrea Campello

MESTRE - È Andrea Campello «il reale regista» della maxi "frode carosello" realizzata tra il 2011 e il 2013 con l'obiettivo di evadere il Fisco. Lo scrive la giudice penale Claudia Ardita nelle trenta pagine di motivazione della sentenza con cui, lo scorso aprile, ha condannato il patron della Campello Motors a tre anni di reclusione, oltre all'interdizione dai pubblici uffici e la confisca per equivalente in misura pari all'imposta evasa.
Ai due coimputati, che collaboravano con Campello procurando vetture, Alessandro Barcellini e Sonia Nobrega Santos, è stato riconosciuto un ruolo di secondo piano, al contrario di quanto ha sostenuto la difesa dell'imprenditore mestrino, che ha invano cercato di dimostrare di essere stato vittima di una frode realizzata a sua insaputa. «È assolutamente implausibile che Barcellini avesse potuto ordire, unitamente alla Nobrega, una simile frode evasiva all'insaputa di Andrea Campello - si legge nella sentenza - Nulla si muoveva nell'azienda senza l'autorizzazione di Andrea Campello...

I testi uditi, tutti suoi fidati collaboratori, pur modulando la propria deposizione in toni prudenziali, hanno spiegato come il potere decisionale fosse accentrato su Andrea Campello, i veicoli ed in generale gli esborsi di denaro erano subordinati alla sua approvazione».

ILLECITA CONCORRENZA
La giudice scrive che «l'acquisto dei veicoli da fornitori comunitari con modalità dirette a realizzare l'evasione fiscale (attraverso un sistema che consentiva di non pagare l'Iva, ndr) aveva di fatto costituito un vero e proprio terzo settore di approvvigionamento con inevitabile refluenza sul libero mercato, posto che Campello poteva garantire la vendita dei veicoli in termini maggiormente concorrenziali».
Le prove della responsabilità di Andrea Campello, imprenditore molto conosciuto in città, è emersa oltre che dagli accertamenti dell'Agenzia delle entrate (conseguenti ad una verifica fiscale) anche da documenti e email rinvenuti nell'azienda e da numerose testimonianze. Gli stessi Barcellini e Nobrega, nel negare ogni loro responsabilità, hanno spiegato che era Andrea Campello «l'unico e solo regista del complesso sistema evasivo».
Importante la deposizione dell'ex socio e vero e proprio mentore di Campello, Antonio Fassina, uno degli storici rivenditori di auto di Mestre, il quale ha spiegato di aver ceduto le sue quote non appena venne a conoscenza degli accertamenti delle Entrate con la scoperta di "triangolazioni" finalizzate all'evasione dell'Iva. «Abbiamo capito che c'era un volume eccezionale e non ho più voluto partecipare con Campello», ha dichiarato Fassina al processo.

IL COMMERCIALISTA
Nella sentenza viene sottolineata l'inattendibilità di alcuni testi, primo tra i quali il commercialista di Mestre, Nicola Giubilato (non indagato), che aveva tra i suoi clienti due società, la S.B. Motors di Barcellini e la Spada srl, quest'ultima ritenuta una delle "cartiere" utilizzate per la frode carosello. In relazione alla contabilità di Spada srl, Giubilato non ha saputo riferire nulla «precisando che i controlli sulla correttezza delle operazioni e la stessa stesura del bilancio erano stati effettuati dalle sue dipendenti». Eppure, si legge nella sentenza, le società "cartiere" individuate dall'Agenzia delle entrate erano evasori totali e nella maggioranza dei casi prive di locali commerciali: «dati questi evincibili con una certa facilità da parte di un soggetto con la qualifica professionale qual è quella del Giubilato».
Dopo l'avvio dell'inchiesta per evasione fiscale la galassia delle società che fanno capo alla famiglia Campello ha cambiato fisionomia. La concessionaria di auto che tutt'oggi si presenta con l'insegna "Campello Motors" non fa più riferimento all'omonima società accusata della "frode carosello" ma alla "Campello spa" (già Stefar spa), di cui è amministratore unico il figlio, Alessandro Campello, proprietario di parte delle quote, mentre il rimanente appartiene alla cassaforte di famiglia, la "Ac Investimenti srl" (a cui fanno capo gran parte delle attività), che a sua volta è posseduta da Alessandro, da Alice Campello (moglie del noto calciatore Alvaro Morata) e dalla moglie di Andrea, Maria Donatella Libralesso. Nessuno di loro è stato coinvolto dall'inchiesta per evasione fiscale.
Andrea Campello e gli altri due imputati potranno impugnare in appello la sentenza di condanna. I reati contestati a Barcellini (che continua a lavorare per Fassina) e Nobrega - condannati rispettivamente ad un anno e 4 mesi e un anno e un mese, pena sospesa - si sono prescritti prima del deposito delle motivazioni.
 

Ultimo aggiornamento: 21 Agosto, 12:37 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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