Alpi Eagles, crac da 60 milioni: a processo Sinigaglia e altri sei

Sabato 3 Dicembre 2016 di Gianluca Amadori
Alpi Eagles, crac da 60 milioni: a processo Sinigaglia e altri sei
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In sette a giudizio per il crac della compagnia aerea Alpi Eagles, dichiarata fallita nel maggio del 2011, con un passivo di circa 60 milioni di euro. Ha chiesto di patteggiare due anni di reclusione, invece, l'ottavo imputato, l'imprenditore napoletano Alberto Magno, 45 anni, dell'omonimo gruppo specializzato in abbigliamento: il gup Roberta Marchiori ha quindi stralciato la sua posizione in attesa che venga trovato un accordo per il risarcimento del danno con il curatore fallimentare dalla società, Gianluca Vidal, che si è costituito parte civile con l'avvocato Carlo Stradiotto.
Al processo, che si aprirà il prossimo 4 maggio di fronte al Tribunale di Venezia, sono stati rinviati a giudizio l'allora presidente e amministratore delegato della società, Paolo Sinigaglia, 69 anni, di Padova, titolare anche della nota azienda di calzature sportive Simod; la sua compagna, Agnese Donatella Sartore, 60 anni e altri due consiglieri d'amministrazione di Alpi Eagles, l'avvocato trevigiano, Stefano Campoccia, 56 anni, e l'imprenditore calzaturiero padovano Pietro Luigi Pittarello, 70 anni, dell'omonima catena di negozi di scarpe, nonché tre componenti del collegio sindacale: i commercialisti Renzo Menegazzi, di Venezia e Valerio Simonato, di San Donà, e il ragioniere Raffaele Trolese di Piove di Sacco. 
Il pm Laura Cameli, contesta agli amministratori di aver «cagionato con dolo o per effetto di operazioni dolose il fallimento della società, dissimulando la situazione di dissesto nel bilancio», iscrivendo poste di bilancio in modo non conforme alle norme previste dal codice civile, nonché realizzando operazioni «inusuali e atipiche» in modo da far figurare un risultato economico in attivo, nascondendo le notevoli perdite accumulate. Al collegio dei sindaci viene contestato il mancato controllo.
La difesa, rappresentata dagli avvocati Daniele Grasso, Federica Bertocco, Umberto Pauro, Andrea Franchin, Riccardo Borsari, Massimo Affatati, Carlo Raffaglio, Alessandro Pagotto, Francesco Cardile e Stefano Gerunda, ha innanzitutto evidenziato come agli imputati non venga contestato il comportamento più grave, ovvero la distrazione di somme o beni aziendali, per poi sostenere che la tesi della Procura è errata in quanto tutte le operazioni e le iscrizioni a bilancio sono state effettuate in maniera corretta. Circostanza che, secondo il giudice, potrà essere dimostrata soltanto nel corso del dibattimento con una perizia non possibile in sede di udienza preliminare.
Sinigaglia si è sempre difeso sostenendo che il fallimento di Alpi Eagles fu provocato dal comportamento assunto dalla Save, la società di gestione dell'aeroporto Marco Polo di Venezia, la quale avrebbe imposto tariffe troppo alte alla compagnia aerea, nonché un canone d'affitto esagerato per l'hangar utilizzato per la manutenzione dei velivoli. L'avvocato Gerunda ieri, in aula, ha comunicato al gup che la denuncia presentata da Sinigaglia per presunti comportamenti illeciti che sarebbero stati posti in essere dal presidente della Save, Enrico Marchi, non è stata archiviata come chiedeva il pm Laura Cameli. Al contrario, ha fatto sapere, il gip Alberto Scaramuzza ha imposto nuove indagini alla Procura: dovranno essere interrogati due funzionari dell'Enac (l'Ente nazionale aviazione civile) e alcuni dipendenti in grado di riferire sui rapporti tesi e conflittuali tra il presidente di Alpi Egleas e quelli di Save, inizialmente entrambi molto vicini al Governatore del Veneto, Giancarlo Galan. Il fascicolo d'inchiesta è aperto con l'ipotesi di usura.
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