Alessandra, da 62 anni cicchetti e ricette alle Cantine del Vino: «Ogni mattina mi alzo e invento»

Mercoledì 9 Febbraio 2022 di Federica Repetto
Alessandra De Respinis

VENEZIA - La storia della famiglia Gastaldi ha radici profonde. Alessandra De Respinis racconta, mentre è in procinto di realizzare le sue prelibate e gustose creazioni, come è nata l'attività delle Cantine del Vino già Schiavi, meglio noto come “Al Bottegon da Schiavi”. «Il negozio – racconta - è stato acquistato negli anni Quaranta da mio suocero, dopo la sua morte, siamo subentrati io e mio marito, Lino Gastaldi».

Dietro il bancone, da anni ormai, la aiutano i figli Paolo, Piero e Tommaso mentre Fabio, il fratello più grande, segue l'amministrazione. Seppur stanca e desiderosa di lasciare il lavoro continua a far sì che l'enoteca-osteria, di fronte a San Trovaso e a due passi dalle Zattere, dopo tre generazioni, rimanga uno dei più amati in città. Alessandra De Respinis lavora ancora con straordinaria passione. Da ormai 62 anni, tutte le mattine, si presenta al lavoro e prepara dietro il bancone i suoi "cicchetti", che propone nello storico locale frequentato da veneziani, turisti e celebrità. All'inizio realizzava "cicchetti" che appartengono alla tradizione, è il caso dell'acciuga sott'olio e una cipollina sott'aceto infilzate in uno stuzzicadenti.

Quello con il baccalà, il classico della Serenissima. Il tonno e porro di cui i suoi quattro figli sono stati i primi ad assaggiare.

«Negli anni '70 – spiega - ho azzardato dei “cicchetti” sempre più innovativi e devo dire che sono molto soddisfatta. Quando sono stata in Messico per un concorso gastronomico ho vinto proponendo un azzardo, che si è rivelato un successone, la tartare di tonno con cacao amaro». Le ricette sono state raccolte e successivamente pubblicate in un “Cicchettario”, perché «i cicchetti sono prima di tutto, e molto prima di me, un'antica tradizione veneziana da non dimenticare». Gli anni passano. La clientela cambia ma Venezia continua ad amarla sempre seppur la considera città fragile e che dovrebbe pensare al futuro in particolare a quello dei giovani. «Venezia – si rammarica - è cambiata con il turismo in particolare in questi ultimi due anni, a causa del Covid. Ci sono pochi veneziani e meno gente». «Mi piacerebbe - aggiunge - che venisse data la possibilità ai giovani di trovare case più accessibili in modo che Venezia possa ripopolarsi. Le case sono però a prezzi astronomici ed è difficile che la gioventù riesca ad affrontare delle spese così enormi».

Ultimo aggiornamento: 11 Febbraio, 09:20 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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