Save vede volare i ricavi (+20%)
e prepara le nozze con il "Catullo"

Mercoledì 27 Aprile 2016 di Elisio Trevisan
Save vede volare i ricavi (+20%) e prepara le nozze con il "Catullo"
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VENEZIA - «Con il Catullo siamo alla fase del fidanzamento, oggi abbiamo il 40% della società ma la speranza è di arrivare a un’integrazione completa del Polo degli aeroporti del Nordest». E ad una domanda più precisa Enrico Marchi ha chiarito che l’obiettivo è di compiere lo stesso percorso di qualche anno fa per lo scalo di Treviso. Oggi Save, la società di gestione del Marco Polo di Tessera di cui Marchi è presidente, ha l’80% del Canova Treviso.

L’"anello" che Save ha donato ad Aeroporto Verona, che possiede il Catullo e anche il Montichiari di Brescia, è tempestato di brillanti che valgono, appunto, il 40% delle quote, e si tratta dunque di una promessa di matrimonio che Save intende onorare prendendosi la maggioranza anche di Verona e Brescia. Quando?  «Non c’è una data precisa, è un corteggiamento già ben avviato riportando il Catullo in attivo ed ora concentrandoci sulla sfida per Brescia per recuperare merci e passeggeri» ha detto Marchi ieri mattina dopo che l’assemblea dei soci ha approvato a larga maggioranza il Bilancio di esercizio al 31 dicembre 2015: «Tutti gli indicatori del Gruppo Save sono positivi: i ricavi netti consolidati crescono del 10% passando da 150 a 166 milioni di euro, il margine operativo segna un 22%, da 60 a 73 milioni. L’utile netto, invece, è cresciuto solo del 9%, da 27 a 30 milioni di euro, a causa di un carico fiscale molto gravoso dato che abbiamo pagato 22 milioni di imposte per la sola Save, che salgono a 31 per il consolidato dell’intero Gruppo».

L’assemblea, che con Luigi Brugnaro ha visto il ritorno di un sindaco di Venezia dopo anni di contrasti tra Save e la precedente Amministrazione cittadina guidata da Giorgio Orsoni, ha approvato sempre a larga maggioranza la distribuzione di un altro dividendo di 30 milioni di euro, 2 milioni in più dell’anno scorso. In realtà il Comune, con il governo Orsoni, aveva venduto tutte le proprie quote di Save e fu criticato perché le cedette pochi mesi prima che salissero da poco più di 6 euro ad azione a oltre 13; Luigi Brugnaro, però, oltre che sindaco della città lagunare, è presidente della Città Metropolitana che ha in carico le quote Save rimaste in carico alla Provincia, pari al 5,11%. E Marchi, salutandolo, ha auspicato che «presto un rappresentante ai massimi livelli dell’Amministrazione veneziana possa tornare a sedere nel Cda di Save», ricucendo così lo strappo che si era verificato quando nei primi anni Duemila la Regione abbandonò il fronte con le istituzioni (Comune e Provincia) e appoggiò i privati capitanati da Enrico Marchi.
Nelle 60 pagine del Bilancio un numero negativo si riesce comunque a trovare, non tanto nei dati economici ma in quelli relativi ai voli e ai passeggeri: le rotte nazionali hanno subito un calo dell’8%, anche se negli ultimi mesi c’è stata un’inversione di tendenza; le rotte a lungo raggio, invece, salgono del 20% e del 5,6% gli internazionali di linea. E, a questo proposito, mentre la media italiana si attesta sul 63% dei passeggeri internazionali, il Marco Polo, terzo scalo intercontinentale italiano, sale all’86%, e non a caso dal 2015 tutti e tre gli operatori statunitensi internazionali hanno voli da Venezia: Delta, American e United Airlines.
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Ultimo aggiornamento: 28 Aprile, 08:16 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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