Monta la rabbia della popolazione di Palmanova e in particolare della frazione di Jalmicco, all'indomani della notizia dell'individuazione dell'ex caserma Lago quale hot spot per l'accoglienza dei richiedenti asilo. Tanto che per domani mattina è stata promossa una camminata di protesta dal borgo di 700 persone fuori le mura della città stellata fino all'ex sito militare.
LA RABBIA
«In questo luogo non ci sono le condizioni per ospitarli tuona il vicesindaco Luca Piani - noi non abbiamo nessuna voce ufficiale ma questo è proprio un elemento di contrarietà, perché abbiamo chiesto al prefetto e al commissario straordinario notizie e informazioni su queste indiscrezioni e ad oggi nessuno ci ha risposto; già questo è un atteggiamento non consono delle istituzioni, poi sono molti gli elementi che ci portano ad avvalorare il fatto che la decisione sia già presa; se a ciò ci aggiungiamo anche la notizia comunicata ieri (giovedì, ndr) della chiusura entro due anni della Cavarzerani di Udine, questo ha generato ulteriori preoccupazioni, non solo della nostra amministrazione ma di tutta la comunità, di Jalmicco e Palmanova.
PRIMO CITTADINO
Da parte sua anche il sindaco di Palmanova torna sulla questione, inserendosi nel dibattito di questi giorni che ha preso le mosse da una mozione della maggioranza consiliare di Gradisca di Isonzo e dalle condizioni in cui versa il centro allestito nella Cavarzerani di Udine: «Il Cpr di Gradisca e la Cavarzerani sono la dimostrazione che il modello dei centri di accoglienza è fallimentare: vi si ammassano persone senza che vi siano le condizioni per rispettare le esigenze minime di convivenza civile, tanto meno i diritti umani», afferma Giuseppe Tellini. Pure l'opposizione di centrodestra si dice contraria all'ipotesi di utilizzo dell'ex caserma Lago di Jalmicco come centro migranti: «Siamo allibiti per ciò che sta accadendo a Palmanova, la scelta di posizionare un hub alla caserma Lago ci trova totalmente contrari», afferma il capogruppo di minoranza Antonio Di Piazza che aggiunge poi di essere «pronti ad andare "ai materassi"», citando una delle frasi più celebri del film "Il Padrino". «Dobbiamo comunque scindere il problema e non mischiare questa questione con quelle dell'ospedale per esempio, come fa una certa sinistra per trasformare il tutto in un cavallo di battaglia aggiunge Di Piazza e dobbiamo anche essere coerenti proprio sul fronte del tipo di accoglienza da adottare. Tra l'altro siamo stati proprio noi del centrodestra oltre 10 anni fa a chiedere il trasferimento di quel sito militare dal Demanio al Comune, iniziativa poi accantonata dalle giunte Martines. Forse se si fosse portata avanti quella strada, non saremmo qui ora a dover affrontare questo problema».