Mara Navarria: «Mamma e atleta, si può fare! Un figlio? È un valore aggiunto»

La campionessa di spada ha ottenuto i migliori risultati dopo la maternità

Sabato 30 Dicembre 2023 di Sergio Arcobelli
Mara Navarria: «Mamma e atleta, si può fare! Un figlio? È un valore aggiunto»

Nei giorni in cui si è parlato di maternità come «massima aspirazione di una donna», c'è chi da dieci anni sta dimostrando che si può coniugare l'attività agonistica di alto livello e il ruolo di madre. Parliamo di Mara Navarria, campionessa di scherma, la cui gravidanza non ha fermato la sua parabola di schermitrice. Anzi, al contrario, la trentottenne friulana ha avuto i risultati migliori da atleta proprio dopo esser diventata mamma di Samuele. Fra questi ci sono stati l'oro al mondiale 2018 nella spada individuale a Wuxi, in Cina; il bronzo a squadre ai Giochi Olimpici di Tokyo del 2021; l'argento a squadre e il bronzo individuale ai Mondiali di Milano 2023. «Io, dico sempre, sono una donna e atleta e mamma - spiega l'atleta dell'Esercito, anche laureata in scienze motorie - Ma è stato il mio desiderio e credo che ognuna di noi debba essere libera di fare le proprie scelte, personali e professionali».

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Mara, si è aperto il dibattito sulla difficoltà di conciliare il doppio impegno: lavoro e maternità. Che cosa si dovrebbe fare per favorire una donna che vuole fare carriera?

«Per favorire la carriera di una donna che desidera diventare mamma servono i servizi, supporti economici e organizzativi: dall'asilo nido con rette accessibili alle attività pomeridiane sino a ora di cena, per aiutare chi lavora di più.

Ma non solo: da atleta non posso non citare anche il supporto mentale e psicologico, soprattutto nei primi mesi dopo il parto».

Quanto è difficile coniugare i due momenti?

«I due momenti di mamma e atleta sono facili da definire se si definiscono i ruoli. Io sono partita da lì, quando nel 2013 sono diventata mamma di Samuele».

Come si è organizzata? Ha cambiato metodi di allenamento e i ritmi della giornata?

«Quando sono in palestra sono un'atleta, quando sono a casa una mamma. Ci vuole un'ottima organizzazione, che è alla base di una vita in comunità, dai coinquilini alla tua famiglia. Andrea, mio marito e preparatore fisico, è stata una pedina fondamentale nell'organizzazione quotidiana, insieme a supporti esterni, dalle tate a nonni e zii. Importante è avere una rete di sostegno, che abbiamo sempre alimentato da Roma a Rapallo, sino al nostro rientro in Friuli-Venezia Giulia, dove grazie alla mia famiglia numerosa tutto è più facile e divertente (faccio spesso anche io la zia con i miei nipotini)».

Si può conciliare maternità e sport ad alto livello come sport e scuola, oppure si perde qualcosa in termini prestativi?

«Cambiano sicuramente i ritmi della giornata e degli allenamenti, che rientrano in un'agenda più ampia, in cui ci sono altre necessità e incombenze, ma nulla che una buona pianificazione non possa risolvere».

Per essere mamma e sportiva, adesso serve uno "staff" familiare per competere ad alto livello?

«Diventare mamma è stato per me un di più: ne ho tratto giovamento dal punto di vista psicologico e quindi anche performativo, non solo in pedana ma anche nella routine quotidiana. Seguire oggi Samuele è più complesso di quando era piccolo: ci sono i compiti, le attività extra scolastiche, lo sport, la musica. Quando era piccolo mi ha seguito spesso in gara, per questioni logistiche: a Kazan nell'estate del 2014 era a fondo pedana ed è salito sul podio insieme a me e alla squadra di spada italiana. Mi ricordo che finimmo il cibo italiano prima della fine della trasferta, ma lui si adattò benissimo ai sapori della cucina russa. Mi stupì e mi fece anche capire come, molte volte, siamo noi genitori ad avere preoccupazioni infondate. Diventare genitori per noi è stata una scelta, un desiderio che come coppia abbiamo deciso di perseguire».

Era sugli spalti anche all'ultimo Milano 2023. Dove lei ha conquistato due medaglie in estate.

«L'ultimo Mondiale di Milano, a luglio 2023, è stato per esempio un mondiale in famiglia: Samuele, Andrea, il mio team e i miei amici erano al mio fianco e non sentivo la loro presenza solo in gara ma anche nei momenti fuori dal palazzetto. Festeggiare le due medaglie insieme, fare una passeggiata, passare tempo di qualità è sicuramente stata la cosiddetta «chiave» del successo».

Nel 2024 c'è l'Olimpiade di Parigi.

«Ora difficilmente mi segue: ha le sue esigenze, i suoi amici, la scuola…preferiamo come genitori che possa condurre in serenità la vita di un bambino anche se adora viaggiare e per questo mi piacerebbe nel 2024, in base al suo calendario scolastico, portarlo con me in due tappe di Coppa del Mondo per condividere nuovi posti e nuove esperienze».

Come è riuscita in questi ultimi dieci anni a restare a grandissimi livelli nel mondo della scherma?

«È stato possibile grazie al supporto dell'Esercito e della Federazione, che permettono alle atlete di vivere in serenità un momento così importante. Io avevo 28 anni, ero nell'età giusta e questo ha permesso alla nostra famiglia di raggiungere insieme dei grandi obiettivi: dico sempre che la consapevolezza e la determinazione sono i due regali più belli ricevuti dalla mia maternità ed è stato un grande lavoro di squadra».

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