La coppia friulana al campo base dell'Annapurna ultimo Ottomila da scalare

Venerdì 7 Aprile 2017
La coppia friulana al campo base dell'Annapurna ultimo Ottomila da scalare
Per greci e latini la dea dell'abbondanza era una divinità a cui non si dedicavano molti templi. Bastava un sobrio ringraziamento per ogni bene che questa prosperosa fanciulla donava. Sobrio come la carriera alpinistica di Nives Meroi e Romano Benet, la più forte coppia di scalatori che il mondo conosca, che non si sono mai lasciati trascinare nel vortice dell'ingordigia. Rimasti senza eccessi anche quanto Nives era in corsa per diventare la prima donna a salire su tutti i quattordici Ottomila. Una sfida a cui Nives si è sottratta nel 2008 quando una malattia fermò Romano. Avrebbe potuto continuare da sola, ma decise - anche in quel caso - di restare al fianco del suo fedele compagno senza badare al fatto che rimanere per cinque anni ferma avrebbe significato lasciare via libera alle avversarie «perché non solo quando si è in cordata si persegue ciascuno il bene dell'altro». E forse non è un caso che l'ultimo Ottomila rimasto da raggiungere per la coppia più alta del mondo sia proprio l'Annapurna, Dea dell'abbondanza in sanscrito.

In questi giorni Nives e Romano sono in Nepal, al campo base per cercare di scalare, in rigoroso stile alpino senza ossigeno supplementare o portatori d'alta quota, montando e smontando ogni giorno il campo, quel colosso di 8.091 metri. Un'ascesa che coronerebbe un sogno: diventare la prima coppia, anche nella vita, a infilare tutte le perle dell'agognata collana di Ottomila. La scalata non sarà facile perché se è vero che l'Annapurna è uno degli Ottomila meno alti (è il decimo al mondo) ed è stato il primo a essere conquistato, rimane tra i più pericolosi. Per ben due volte ha già fatto capire di non gradire molto i tentativi degli alpinisti tarvisiani che, con estrema dignità, hanno ogni volta accettato il volere della Dea ritornando sui propri passi.
Nel 2006, quando si trovavano a circa 7000 metri lungo la via normale del versante nord, un enorme seracco sfiorò Nives e Romano, accompagnati dal caro amico Luca Vuerich: «Lo abbiamo visto staccarsi e un attimo dopo era sopra le nostre teste. Ci è andata bene, non vogliamo rischiare» aveva raccontato Nives dopo lo scampato pericolo. Un nuovo tentativo otto anni fa, nel 2009. Questa volta da sud. Grandi nevicate e una bronchite di Romano li spinse ad abbandonare ancora il progetto di guardare il mondo dall'alto dell'Annapurna.
Ora il terzo tentativo, ancora da nord. Al momento i contatti sono pochi e limitati alle cose essenziali. Nives e Romano, che si trovano al campo base, stanno cercando di estraniarsi dalla pressione che inevitabilmente si concentra su quella che potrebbe essere l'impresa. Stanno comunque bene e sono in tranquilla attesa del momento giusto per dare inizio alla scalata. L'unica in contatto con loro è Leila, sorella di Nives, come sempre pronta ad aggiornare la pagina del blog.
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Ultimo aggiornamento: 11 Maggio, 11:32 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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