Fra depistaggi e lacune, ecco tutti
i "punti oscuri" dell'indagine

Domenica 7 Febbraio 2016
Fra depistaggi e lacune, ecco tutti i "punti oscuri" dell'indagine
La festa di compleanno dove Giulio Regeni non sarebbe mai arrivato e le testimonianze sull'arresto che mancano o si confondono con quello di un americano. E il ruolo della «Città del 6 ottobre» dove si concentra l'esame dei tabulati e le perquisizioni della polizia egiziana. Ecco, senza escludere potenziali depistaggi, alcuni punti controversi delle indagini sulla morte per torture del giovane ricercatore friulano.

LA FESTA: l'autorevole il quotidiano filo-governativo egiziano Al Ahram, citando imprecisate fonti vicine all'indagine, scrive che prima di scomparire il 25 gennaio Regeni ha partecipato a «una festa in compagnia di un certo numero di suoi amici». Questa informazione mette in dubbio l'unica certezza finora consolidata: il ricercatore doveva incontrare una persona a una festa di compleanno dove si stava recando (secondo una fonte ANSA) verso le 20 ma dove (secondo quanto si desume da una sintesi di dichiarazioni alla polizia rese dal suo amico Omar Assad) non è mai arrivato. Stando a indiscrezioni si trattava del compleanno di una persona matura e non di una festa fra giovani.

IL DEPISTAGGIO BIS: Ma non è escluso che la ricostruzione di Al Ahram sia un nuovo sviamento dopo quello della prima ora avvalorato anche da una fonte ufficiale (il direttore dell' «Amministrazione generale delle indagini» di Giza, generale Khaled Shalabi) secondo il quale «le indagini preliminari» parlavano «di un incidente stradale». Ma da immagini rilanciate dal sito del Corriere della Sera non si notano tracce di frenata accanto al luogo del ritrovamento del cadavere.

LA DATA: La scomparsa il 25 gennaio - quinto anniversario della rivoluzione egiziana in una Cairo blindata dalla polizia per evitare il ripetersi di scontri con decine di morti accaduti nei due anni precedenti - ha fatto pensare ad un arresto. La circostanza è stata accreditata dal fermo di uno «straniero» in data imprecisata a Giza (la circoscrizione amministrativa della capitale dove abitava Regeni) segnalato senza fonti dirette dal sito «Noon Post». Ma l'episodio potrebbe riferirsi a quello - molto noto - di un americano, avvenuto il 24. Fonti ufficiose (il portavoce, oggi il vice dell'Interno) hanno smentito che Regeni fosse in mano a polizia o qualsiasi altro tipo di servizio di sicurezza sotto controllo. In questa direzione si possono leggere anche le assicurazioni fatte dal presidente egiziano Abdel Fattah Al Sisi al premier Matteo Renzi (ordine di «svelare tutte le circostanze»).

LA CITTÀ DEL 6 OTTOBRE: è a nord di questo agglomerato all'estrema periferia ovest della capitale che il corpo di Regeni è stato rinvenuto ai margini della «Desert road» verso Alessandria.
Ed è da qui che, secondo «una fonte della sicurezza del ministero dell'Interno» citata dal sito «Shourouk News», sono partite «chiamate» nelle «tre ore precedenti la sua scomparsa». Una fonte ufficiale citata da Al Ahram ha segnalato indagini «approfondite» negli appartamenti dell'agglomerato.
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