​Danieli: annullate cartelle Agenzia
delle Entrate per 85 milioni di euro

Venerdì 8 Luglio 2016 di Paola Treppo
Danieli: annullate cartelle Agenzia delle Entrate per 85 milioni di euro
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UDINE - La Commissione Tributaria Provinciale di Udine ha accolto, in questi giorni, il ricorso presentato da “Disa”, società del gruppo Danieli, annullando gli avvisi di accertamento emessi dall’Agenzia delle Entrate nei confronti dell’azienda per 85 milioni di euro. A produrre le sentenze in Tribunale è stato, all’udienza di ieri, giovedì 7 luglio, l’avvocato Maurizio Miculan che, assieme al professor Tullio Padovani, costituisce il collegio difensivo nel maxi-processo ai vertici della Danieli di Buttrio sulla presunta maxi-frode fiscale che, complessivamente, secondo l’accusa, avrebbe sottratto all’Erario redditi per complessivi 281 milioni di euro consentendo un’evasione di imposte per 81 milioni. Tre sono le società lussemburghesi del Gruppo Danieli che, in ipotesi accusatoria, risulterebbero esterovestite, ovvero gestite e amministrate direttamente dalla sede di Buttrio pur risultando formalmente aventi sede nel Granducato.
 
Con riferimento a una delle tre società sotto indagine, la “Disa”, l’Agenzia delle Entrate aveva emesso avvisi di accertamento per 85 milioni di euro. Importi, di fatto, ridimensionati rispetto a quelli contesati dai militari della Guardia di Finanza nel verbale di accertamento che quantificava una somma di oltre 140 milioni di euro tra imposte asseritamente evase, interessi e sanzioni. L’Agenzia delle Entrate, Direzione provinciale di Udine, aveva notificato a Danieli International Sa, gli avvisi di accertamento in relazione all’imposta Ires asseritamente dovuta dalla “Disa” in relazione alla quale l’Agenzia ha ravvisato il fenomeno di esterovestizione, ritenendo che, nonostante la sede legale fosse in Lussemburgo, in realtà la direzione effettiva fosse a Buttrio.

Danieli ha presentato ricorsi assistita, in sede fiscale, dall’avvocato Roberto Lunelli e dal professor Andrea Manzitti. I ricorsi che sono stati accolti integralmente avendo escluso, il Giudice Tributario, che la società fosse esterovestita. «Si tratta di sentenze che vanno nel solco della decisione assunta dalla Corte di Cassazione per il caso Dolce&Gabbana - commenta Miculan - la quale riconosce come si possa parlare di esterovestizione solo laddove la società all’estero sia costruzione di puro artificio, cosa che la Commissione ha escluso per Disa».

Il processo penale è stato aggiornato all’udienza del 14 ottobre 2016 in cui si discuterà sull’acquisizione delle rogatorie disposte dalla Procura di Udine, in aula rappresentata dai pm Raffaele Tito e Claudia Danelon, a Singapore e Hong Kong al fine di tracciare pagamenti effettuati da Danieli che, in ipotesi accusatoria, costituirebbero ipotesi di frode fiscale.

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