Un traffico organizzato di sostanze stupefacenti con spaccio di droga nel carcere di Augusta, nel Siracusano, è al centro di un'operazione di guardia di finanza e polizia penitenziaria che stanno eseguendo un'ordinanza cautelare personale nei confronti di undici indagati. L'inchiesta, denominata Alcatraz, è coordinata dalla direzione distrettuale antimafia della Procura di Catania che contesta anche «l'accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di detenuti».
Nell'operazione Alcatraz sono impegnate oltre 80 persone, tra militari del comando provinciale della Guardia di finanza di Catania e del nucleo investigativo di Palermo della Polizia Penitenziaria. Il provvedimento è stato eseguito con l'ausilio di finanzieri del Servizio centrale investigazione sulla criminalità Organizzata, dei comandi provinciali di Palermo, Ragusa e Udine delle Fiamme gialle e, per la Polizia penitenziaria, con l'ausilio di personale del nucleo investigativo di Padova e di Catanzaro, sotto il coordinamento del Nucleo Investigativo Centrale.
I cellulari in carcere
«L'attività criminosa sarebbe stata resa possibile dall'utilizzo di telefoni cellulari illegalmente introdotti, dotati di sim intestate a soggetti inesistenti, i quali costituivano lo strumento fondamentale per le quotidiane comunicazioni con l'esterno». Lo scrive la Dda della Procura di Catania su un traffico di hashish nel carcere di Augusta, nel Siracusano.
I nomi
Nei confronti di nove indagati il gip ha emesso un'ordinanza di custodia cautelare in carcere. Sono: Ignazio Ferrante, di 39 anni, Michele Ferrante, di 60, Andrea Marino, di 46, Domenico Misia, di 36, Giuseppe Misia, di 25, Angela Palazzotto, di 48, Valetina Romito, di 32, Andrea Scafidi, di 32, e Carmelo Valentino, di 52. Il provvedimento restrittivo dispone gli arresti domiciliari per due indagati: Giuseppe Arduo, di 26 anni, e Clotilde Maranzano, di 61.