Ecco la città del Nordest dove nascono più bambini stranieri che italiani

Giovedì 8 Febbraio 2018 di P.T.
Ecco la città del Nordest dove nascono più bambini stranieri che italiani
13

MONFALCONE (Gorizia) - A Monfalcone, dove il numero totale di stranieri è pari al 22% della popolazione complessiva, si è assistito anche al sorpasso nelle nascite: nel corso del 2017 dei nuovi nati in città 118 sono italiani, pari al 46%, mentre 140, cioè il 54%, sono stranieri.

Da dove arrivano i bambini 
A fare la parte del leone è stata la comunità bengalese, storicamente la più rappresentata nel comune isontino sede della Fincantieri, l'8% della popolazione complessiva. Lo scorso anno sono nati 84 bambini con genitori originari del Bangladesh, mentre 18 sono quelli le cui famiglie sono provenienti dalla Romania. Seguono bambini dai Paesi dell'ex Jugoslavia e del Nord Africa.

Classi di scuola composte solo da stranieri
Una massiccia presenza di bambini non italiani che già negli anni scorsi aveva portato alla costituzione di classi di scuola primaria formate quasi esclusivamente da stranieri. 

La reazione del sindaco 
«Non possiamo più far arrivare cittadini da fuori: va introdotta una quota obbligatoria di assunzioni di persone di questo territorio». Dice la sindaca di Monfalcone Annamaria Cisint (Lega). «È inammissibile che la Francia tuteli i propri lavoratori, come sta facendo a Saint-Nazaire nella vertenza Stx, e l'Italia no».

«Assumiamo gente del posto»
«La Fincantieri, che è la causa di fatto di questa affluenza straordinaria, è un'azienda controllata al 73% dalla Cassa depositi e prestiti, quindi dallo Stato italiano. È dunque doveroso applicare anche qui le garanzie che si intendono giustamente riconoscere oltralpe: una percentuale dei posti di lavoro deve essere appannaggio di cittadini che sono già presenti sul territorio. Possono essere anche stranieri, ma già radicati nell'Isontino».

«Sosteniamo costi per istruzione e sanità»
«Non possiamo continuare a richiamare indistintamente persone dal mondo intero». Cisint ha anche posto l'accento sui costi sociali che il Comune e le altre istituzioni devono sostenere: «Sono in genere famiglie molto giovani - dice la Cisint - per le quali dobbiamo accolarci oneri per l'istruzione, per il sociale, per la sanità. A fronte di continui arrivi non corrispondono adeguati trasferimenti di risorse». 

Ultimo aggiornamento: 9 Febbraio, 11:35 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci