Tallio, famiglia avvelenata: altri ​due parenti ricoverati in ospedale

Martedì 14 Novembre 2017 di Paola Treppo
La casa friulana dei Del Zotto a Santa Marizza di Varmo
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VARMO (Udine) - Il tallio Killer che ha sterminato la famiglia dei Del Zotto ha colpito ancora. Nella giornata di ieri, lunedì 13 novembre, sono stati ricoverati nel reparto di medicina, nell'ospedale di Desio, infatti, altri due parenti. Si tratta di marito e moglie, di 84 e 81 anni. La coppia di coniugi, che fino a oggi non era stata controllata, ha accusato dei malori e si è recata in ospedale, a Desio, per sottoporsi, per precauzione, al test del tallio. L'esame è risultato positivo. Entrambi sono stati avvelenati dal tallio e sono ricoverati nel reparto di medicina. Le loro condizioni non sono critiche ma si teme per la loro età e per un aggravamento legato ad altre eventuali patologie. 

La svolta
​La coppia di coniugi, e qui c’è una prima svolta nella complessa inchiesta, non era mai stata in vacanza a Santa Marizza di Varmo, paesino della Bassa Friulana dove, fino a oggi, si sospettava che la sfortunata famiglia Del Zotto fosse entrata in contatto con il tremendo veleno, o ingerendolo, o respirandolo. Tutti i componenti la famiglia, compresa la badante, che avevano soggiornato nella casa di famiglia di Santa Marizza lo scorso mese di agosto erano risultati positivi al tallio. Gli altri invece, cioè i parenti che erano rimasti a Nova Milanese, stavano tutti bene. 

​Da qui il dito puntato sul Friuli, con prelievi di acqua del pozzo artesiano, di polveri, animali morti come insetti, sacchetti di topicida aperti e chiusi, escrementi di piccione e l'esame sui filtri, oltre al sequestro della casa e della tenuta. I test eseguiti sui campioni prelevati nell’abitazione di Varmo in parte hanno già dato esito negativo: i filtri del deumidificatore e del condizionatore non contengono il micidiale veleno; anche l'acqua è buona. Si attendono invece ancora gli esiti dei test su tutti gli altri campioni che sono stati inviati dai carabinieri della stazione di Rivignano e della Compagnia di Latisana, comandata dal maggiore Filippo Sautto, a un laboratorio lombardo.

​I test sui campioni prelevati nella casa di Nova Milanese dei Del Zotto, su alimenti e confezioni di cibo aperte trovate nella casa lombarda della famiglia sono in parte arrivati e sono tutti negativi. Si attendono gli altri esiti dei test e si attende, soprattutto, l'esito degli esami autoptici eseguiti sulle salme delle tre persone della famiglia che sono morte avvelenate dal micidiale veleno. Solo allora sarà possibile fare chiarezza su come e dove i Del Zotto siano entrati in contatto con il tallio. L'autopsia darà indicazioni rispetto all'ingestione del veleno con del cibo o altro, o se il tallio sia stato respirato, a seconda che si trovi nel fegato o nei polmoni. 

​Un fatto pare certo, ormai, almeno allo stato dell'indagine. I Del Zotto non sono entrati in contatto con il tallio nella loro casa del Friuli ma da qualche altra parte, in Lombardia, a questo punto, a Nova Milanese probabilmente. Al termine della vacanza in Varmo, infatti, rientrando a Nova, i Del Zotto non hanno portato con loro cibo, patate, zuppe o altro genere di alimenti che poi, consumati con altri parenti in Lombardia, avrebbero potuto avvelenare anche i suoceri di Patrizia Del Zotto, la prima a morire, seguita poi da suo padre e da sua madre.

I coniugi che sono stati accolti in ospedale ieri, peraltro, non abitano nello stesso edificio di Nova come del resto dei parenti avvelenati. Resta il mistero. Ma a Varmo, pur nel dolore della grave perdita, oggi si tira un sospiro di sollievo.

A Santa Marizza, paese d'origine, natio, dei genitori di Patrizia Del Zotto, vivono ancora molti parenti e cugini di questa sfortunata famiglia.

Ultimo aggiornamento: 21:37 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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