TRIESTE - Oltre agli undici indagati per il caso riaperto di Unabomber alla Procura di Trieste, ci sarebbe un'altra quindicina di persone delle quali il colonnello Giampietro Lago e l'antropologa molecolare forense Elena Pilli dell'Università di Firenze - consulenti della Procura - vorrebbero acquisire il Dna.
Lo anticipa il quotidiano friulano Messaggero Veneto precisando che si tratta di persone già sospettate all'epoca, residenti nelle province di Pordenone e Udine, e poi non ritenute rilevanti per le indagini. Evidentemente, però, ipotizza il quotidiano, in Procura non si intenderebbe lasciar nulla di intentato e forse, alla luce delle nuove tecnologie disponibili, sarebbero stati riscontrati nuovi aspetti nelle indagini.
IL DNA
Secondo il Messaggero Veneto a questo gruppo di persone verrà chiesto di sottoporsi volontariamente al prelievo del Dna; in caso di diniego, il gip potrà valutare se disporre il prelievo coatto. Gli accertamenti genetici si svolgono nelle forme dell'incidente probatorio dopo la riapertura dell'inchiesta, a distanza di 16 anni, sui 34 attentati avvenuti nel Nord Est tra 1994 e 2006. Il fascicolo è stato riaperto su richiesta del giornalista Marco Maisano e di due vittime degli attentati, Francesca Girardi e Greta Momesso, convinti che alcuni reperti - di cui ebbero l'autorizzazione a visionare - sarebbero stati maneggiati e forse contaminati. Maisano da tempo lavora a podcast su Unabomber; Girardi oggi ha 28 anni, nel 2003 a 9 anni, sul greto del Piave, raccolse un evidenziatore giallo che gli esplose in faccia; Momesso a otto anni, nel 2005 fu vittima dell'esplosione di una candela-bomba in una chiesa. A svolgere le indagini negli anni si sono alternati centinaia di investigatori coordinati da piu' procure: Pordenone, Udine, Treviso, Venezia e, ultima, Trieste. Per questo il capoluogo giuliano è oggi il distretto giudiziario competente. Dell'inchiesta si occupano il Procuratore capo, Antonio De Nicolo, e Federico Frezza.