Paura in strada: ragazza infilzata
con un ago da giovane mascherato

Mercoledì 29 Giugno 2016 di E.B.
Paura in strada: ragazza infilzata con un ago da giovane mascherato
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TRIESTE - Brutta disavventura quella vissuta sulla propria pelle da una 28enne triestina:  mentre stava passeggiando in via Ghega (nei pressi della Stazione ferroviaria) attorno alle 19.30 di ieri: «Un ragazzo straniero travestito da donna, in compagnia di due ragazze, non si sa bene per quale motivo mi ha infilzato un ago nella coscia ferendomi in modo lieve, andando poi via come se nulla fosse successo» scrive la vittima su Facebook. Grande spavento per la ragazza che ha subito chiamato i soccorsi che hanno iniziato la profilassi di rito, poi è scattata la denuncia formale in Questura. Il dirigente della  Mobile Marco Calì conferma l'episodio ma chiarisce: «Non era nè sieropositivo nè ha usato una siringa, si tratta di un romeno con problematiche mentali che ha punto la ragazza con un ago da cucito».  La giovane non dovrebbe avere alcuna conseguenza se non appunto un grande spavento.

L'uomo, già conosciuto alle Forze dell'ordine, è stato rintracciato. La giovane triestina dovrà sottoporsi a 3 mesi di cure per evitare di correre il rischio di contrarre l'hiv.  Questo il post della vittima diventato virale sui social network: «D'istinto mi sono voltata e visto che subito nascondeva ciò che aveva usato per pungermi. Il dolore fisico è stato minimo ma non potevo comprendere il motivo di tale gesto. Subito chiedevo perché lo avesse fatto e di mostrarmi cosa avesse nella mano ma senza successo. I tre ridevano quasi divertiti e l'uomo travestito mi mostrava l'altra mano deridendomi. Al che per paura prendevo per mano la mia amica e ci allontanavamo.  Dopo questo episodio mi sono rivolta alle autorità che sono intervenute tempestivamente e grazie alle nostre descrizioni fermato e trattenuto il mio aggressore, tra l'atro già noto alle autorità.  Ho passato la notte tra ospedale e questura per denunciare il tutto e questa mattina mi sono dovuta recare nuovamente in ospedale per fare altre analisi e iniziare una cura, che durerà mesi, contro eventuali malattie».  «Nonostante il rischio di infezioni sia quasi nullo - prosegue la giovane - e che la cura è fatta a  scopo preventivo per evitare qualsiasi conseguenza, la paura resta tanta.  Non è giusto, che per il puro divertimento di una persona malata, io e la mia famiglia dobbiamo affrontare tutto questo. È ora di iniziare a pretendere più sicurezza e protezione da chi ci rappresenta, non solo a livello locale, ma nazionale. Che persone già conosciute alle forze dell'ordine vengano punite severamente e se straniere rimpatriate perché di gente strana e da cui guardarci ne abbiamo già in abbondanza. Bisogna smettere di essere tolleranti e pretendere un paese in cui potersi sentire al sicuro. Ne va del nostro futuro e di chi arriverà dopo di noi».







 
Ultimo aggiornamento: 20:23 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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