Profughi vicino alla scuola, il vescovo:
«Decisione mia». Mamme in rivolta

Lunedì 31 Ottobre 2016 di E.B.
Profughi vicino alla scuola, il vescovo: «Decisione mia». Mamme in rivolta
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MUGGIA - Sono attesi entro il fine settimana i migranti ad Aquilinia. Al massimo per un mese stazioneranno nell'ex asilo delle suore Canossiane, a pochi metri da una scuola elementare e da una palestra. L'annuncio del loro arrivo, per voce nei giorni scorsi del sindaco Laura Marzi, ha scatenato i timori e la preoccupazione di una parte della cittadinanza e di molte mamme, tanto che alcune hanno deciso di ritirare i propri figli dal catechismo che si svolgerà nello stesso edificio adibito a dare accoglienza temporanea ai profughi. E sono sempre state le mamme a dare il via ad una raccolta di firme in attesa dell'incontro di mercoledì 2 novembre con il sindaco e il Prefetto: questa sera intanto sotto il Municipio della cittadina istro-veneta è andata in scena una protesta per manifestare il proprio dissenso nei confronti di una scelta caduta su un luogo considerato non idoneo dal punto di vista della sicurezza dei propri bambini. Una cinquantina le persone che hanno lettaralmente invaso la sala del consiglio comunale riunitosi alle 19.30: tra i cittadini anche esponenti politici del centrodestra.  Non è mancato qualche momento di tensione scaturito da idee differenti sull'argomento. Ed è stato proprio il primo cittadino, ai microfoni di Telequattro, a comunicare l'arrivo dei migranti entro la settimana: «Mi aspettavo questa protesta - ha commentato - ma vedo che la platea è mista, non ci sono solo contrari ma anche molti volti a me noti che sono favorevoli». E sempre oggi ad intervenire sul "caso Aquilinia" è stato il vescovo in persona monsignor Giampaolo Crepaldi per comunicare che è stata sua la decisione di dare accoglienza temporanea nell'ex asilo delle suore canossiane ad un gruppo di profughi in nome della «carità cristiana e della solidarietà verso questi fratelli e sorelle» e ha rassicurato la cittadinanza e le mamme in rivolta parlando di «scelte che non stravolgeranno la vita civile di Aquilinia nè la dinamica parrocchiale» gestita da don Paolo Iannaccone. Ma l'arcivescovo non ha usato mezzi termini quando ha detto che «è stato montato un caso indebito stravolgendo la verità dei fatti la cui compostezza va riconquistata».
 

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