Veneto Banca, la procura indaga
sull'aumento di capitale sospetto

Giovedì 16 Giugno 2016 di Valentina Errante
Veneto Banca, la procura indaga sull'aumento di capitale sospetto
Che lo scontro tra il vecchio e il nuovo, all’interno di Veneto Banca, fosse ancora in corso lo hanno raccontato i verbali delle assemblee che, tra aprile e maggio, hanno designato in un clima tesissimo i vertici dell’istituto e il nuovo corso della banca. Ma adesso, il sospetto già paventato che la ricapitalizzazione rimetta in campo le vecchie forze, è anche della Consob e della procura di Roma. L’organismo di vigilanza ha appena avviato un’ispezione sull’aumento di capitale non ancora concluso e ha messo in campo il nucleo di polizia valutaria della Guardia di finanza. 
Intanto i magistrati della Capitale, che a febbraio avevano indagato e perquisito gli ex vertici della banca, hanno recentemente ereditato anche il filone di inchiesta avviato dai colleghi di Treviso. Ed è proprio ai pm romani che il nuovo presidente di Veneto Banca, Stefano Ambrosini, ha rappresentato le ultime emergenze sui rischi che l’aumento di capitale potrebbe comportare: un’occulta regia della vecchia governance per continuare a controllare l’istituto.
Agli atti dell’inchiesta per ostacolo alla vigilanza della procura di Roma, si sono aggiunti anche quelli della procura veneta che ha trasmesso nella capitale anche le denunce dei risparmiatori che ipotizzano la truffa. Il nuovo filone di indagine riguarda però l’aumento di capitale in corso. Recentemente è stato proprio Ambrosini a riferire al procuratore di capo di Roma Giuseppe Pignatone i suoi sospetti sul fatto che sarebbe in atto un tentativo occultato, da parte dei vecchi vertici, di continuare a controllare la banca. L’ombra è ancora quella di Vincenzo Consoli, ex ad e dg, indagato a Roma per ostacolo alla vigilanza, per avere falsamente rappresentato la situazione patrimoniale dell’istituto. Tra le situazioni “denunciate” da Ambrosini alla procura anche le recenti affermazioni di Bruno Zago, patron della “Progest”, numero uno dell’associazione “Per Veneto Banca” ed esponente dei cosiddetti grandi azionisti, che aveva annunciato investimenti per 600 milioni di euro. Circostanze denunciate anche dall’attuale direttore generale Cristiano Carrus, che ha segnalato i tentativi di influenzare l’istituto da parte di Consoli. Tutti fattori che adesso potrebbero dare un nuovo impulso all’inchiesta. 
Intanto anche la Consob si muove. L’organismo di vigilanza ha appena avviato una nuova ispezione e messo in campo il nucleo di polizia valutaria della Guardia di Finanza. L’obiettivo è monitorare l’aumento di capitale per stabilire se ci sia un piano dietro gli inviti all’acquisto e gli ordini che dovrebbero dare nuovo ossigeno alle casse dell’istituto bancario. L’aumento di capitale, che si chiuderà la settimana prossima, potrebbe essere in qualche modo gestito da personaggi legati allo stesso Consoli per mantenere il controllo dell’istituto di Montebelluna.
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