Veneto Banca, riunione fino a notte
Atlante punta alla maggioranza

Martedì 31 Maggio 2016 di Maurizio Crema
Veneto Banca, riunione fino a notte Atlante punta alla maggioranza
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TREVISO - Consiglio d’amministrazione fiume per Veneto Banca, che nella notte ha definito il prezzo per l’aumento di capitale da un miliardo. Secondo indiscrezioni, la forchetta per l’offerta che partirà ufficialmente il 6 giugno e finire il 20 dovrebbe essere tra 0,1 e mezzo euro, ma c’è chi scommette anche 1 euro. La base di partenza è la stessa di Popolare Vicenza, quella d’arrivo è un po’ meglio (per BpVi era di 3 euro), ma la sostanza rimane la stessa: se non ci sarà una forte risposta da parte degli 88mila vecchi azionisti, che hanno il diritto di prelazione, e dagli investitori istituzionali (per ora freddi) la banca con sede a Montebelluna dovrebbe finire sotto il controllo del fondo Atlante, che potrebbe anche pensare a una fusione: il prossimo super presidente è già in pista, Gianni Mion.

Ieri il consorzio per l’aumento guidato da Banca Imi avrebbe infatti firmato il contratto di sub garanzia col fondo che è già azionista al 99,33% di Popolare Vicenza, che ha posto la sua condizione per intervenire: arrivare a controllare almeno il 50,1% del capitale. Quindi la maggioranza. Se i vecchi soci riusciranno a sottoscrivere oltre il 25%, cioè a versare più di 250 milioni nell’Ipo, allora si potrebbe arrivare alla quotazione in Borsa il 28 giugno. Ma anche questa è una possibilità tutta da verificare. In ogni caso oggi dovrebbe essere pubblicato il prospetto informatico dell’offerta approvato dalla Consob: si prevede un altro "dizionario" da centinaia di pagine come quello per Vicenza. Nello scorso fine settimane, intanto, le altre banche sindacate (Credit Suisse, Citi, SocGen e Ubs) hanno fornito tutta la documentazione necessaria per il via libera all'operazione.

In attesa delle decisioni del Cda, intanto i soci restano alla finestra. Secondo quanto dichiarato dal presidente dell'associazione dei soci, Bruno Zago, c'è fiducia che l'operazione trovi il sostegno di almeno il 30% dell'attuale compagine sociale, vale a dire 300 milioni di euro. Se così fosse il flottante sarà ampiamente sufficiente per garantire la quotazione in Borsa.

Ad agitare il cda di Veneto banca di ieri sera le indiscrezioni sui rapporti passati tra l’attuale vice presidente Giovanni Schiavon e l’ex amministratore delegato Vincenzo Consoli. Regali in cambio di consulenze che hanno provocato polemiche e potrebbero anche avere altre conseguenze, soprattutto ricordando l’ultima lettera della Bce prima dell’assemblea del 5 maggio che ha portato Stefano Ambrosini alla presidenza nella quale si indicava di eleggere in cda persone che avessero "la completa assenza di legami con le passate carenze gestionali". Carenze che sono indicate precisamente nell’ultimo rapporto degli ispettori Consob recapitato agli ex consiglieri poco prima dell’assemblea, dove erano indicati tutta una serie di casi di gestione opaca. Un rapporto che dovrebbe essere contenuto nel prospetto informativo e che comunque solo dopo le repliche degli interessati potrebbe portare a multe salate. Ma l’attuale cda sul fronte delle responsabilità delle passate gestioni ha già piantata un paletto deciso fissando per il 15 luglio (e quindi ad aumento capitale completato con i nuovi soci in plancia di comando) l’assemblea per il varo dell’eventuale azione di responsabilità. A curare la fase istruttoria sarebbe l’avvocato Carlo Pavesi (studio Gatti, Pavesi e Bianchi).

Secondo indiscrezioni, la proposta formulata dai banchieri dell’Imi presenti alla riunione del cda che a notte fonda non si era ancora conclusa - segno di una discussione al calor bianco che ha visto in prima linea il presidente del comitato esecutivo Carlotta De Franceschi - di una base di partenza di 0,1 euro equivale a una valutazione di Veneto Banca di 0,34 rispetto al valore di libro. In pratica la banca verrebbe valutato solo il miliardo dell’aumento di capitale. Il presidente Ambrosini punta ancora a trovare un socio forte che possa scongiurare l’arrivo in forze di Atlante. Bper e Ubi si sarebbero messe alla finestra e la caccia a un’altra banca è ora molto difficile.
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