Treviso. Lisa, uscita dal coma dopo l'ictus:
«Insegno positività e voglia di reagire»

Lunedì 18 Ottobre 2010 di Laura Simeoni
Lisa Trevisan (alias Lisa Festa) insieme a Gianni Morandi
PORDENONE (18 ottobre) - scesa all'inferno, ha vinto il buio e la paura per risalire e raccontare la sua storia al mondo. Sette anni dopo l'ictus non si stanca di svelare il segreto agli altri, soprattutto a quelli che perdono il coraggio di lottare.



Lisa Trevisan, da tutti conosciuta come Lisa Festa per la voglia di vivere e divertirsi, è nata a Castelfranco l'8 novembre del 1982. Ma ha dovuto rinascere, con forza di volontà, dopo l'ictus che nel 2003 l'ha ridotta in coma, costringendola ad una faticoso e doloroso recupero, con peregrinazioni tra ambulatori, ospedali, centri riabilitativi. Ora Lisa con il suo sorriso contagioso e gli occhi nocciola che brillano, dopo aver pubblicato due libri autobiografici, ha deciso di incoraggiare concretamente chi si è trovato di colpo la vita spezzata e non riesce a rialzarsi. Ogni giovedì mattina, dalle 10.30 alle 12.30, mette a disposizione il suo bagaglio di esperienza e la sua carica vitale all'Arep, il Centro riabilitativo di Villorba di cui è diventata testimonial.



«Partecipo ad un gruppo di lavoro accanto a persone vittime di incidenti stradali o colpite da ictus, come me», racconta Lisa, spiegando la motivazione del suo ritorno all'Arep dove si era sottoposta in passato a terapie fisiatriche. Da ex utente, infatti, comunica con i malati sullo stesso piano, perché non è semplice comprendere vicende così drammatiche senza averle prima provate sulla propria pelle. Il gruppo è composto di ragazzi e persone adulte, ciascuno con problematiche, storie e atteggiamenti diversi nei confronti della vita e dei suoi sgambetti.



«Io spero di infondere positività e voglia di reagire, facendole uscire dal grigiore della solitudine», spiega la giovane castellana che con il suo entusiasmo ha conquistato Gianni Morandi, autore dell'introduzione al libro «Sì sì New York». Il volume, pubblicato nel marzo di quest'anno, racconta la storia di Lisa dalla sedia a rotelle alla maratona più famosa del mondo. Seconda fatica letteraria dopo «Sì, no Miami» il cui titolo riprende le prime parole pronunciate dalla giovane al risveglio dal coma. Afasia, difficoltà motorie e funzionali che ancora oggi lasciano strascichi non hanno impedito a questa straordinaria giovane di combattere per rialzarsi. «Se sei a terra, non strisciare mai, se ti diranno che sei finito non ci credere», scrive Morandi nell'introduzione.



Lisa incoraggia a sperare chi pensa d'esser finito: «Però bisogna sapersi adattare, sfruttare le occasioni che la vita ci offre, cambiare direzione e trovare strade nuove». Ed è questo che cerca di trasmettere al gruppo dell'Arep, nato nell'ambito del progetto "Gravi Cerebrolesioni Acquisite", per offrire uno spazio di espressione e di elaborazione dei vissuti. La coordinatrice Erika Bertucci spiega che «gli esiti dei gravi traumi cranici, pur diversi nelle loro manifestazioni, comportano il confronto con un cambiamento rispetto al passato, cambiamento che coinvolge l'identità personale, le relazioni affettive, i ruoli sociali e lavorativi».



Il gruppo rappresenta uno spazio di confronto, riconoscimento, differenziazione, nonché uno stimolo sul piano della progettualità personale. L'arrivo di Lisa è stato per tutti un momento di grande emozione. «Abbiamo ascoltato la sua storia appassionati dal suo entusiasmo e trascinati dal suo amore per la vita», conclude Erika Bertucci, che ammira «la straordinaria capacità di riscattare le proprie perdite e renderle capitale di vita».
Ultimo aggiornamento: 20 Ottobre, 10:27 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci