TREVISO - È morto ieri notte, dopo un ricovero lampo in ospedale, per un’infezione che i farmaci non sono riusciti a debellare. Fabrizio Chies aveva 49 anni, titolare dal 2010 dell’osteria Ostile, in via Inferiore, se n’è andato per un’influenza che ha aggravato la sua già difficile insufficienza epatica.
Aveva aperto la trattoria insieme ad un amico.
CHI ERA
Fabrizio Chies era figlio d’arte. Il papà Mario, che ha 79 anni, ha gestito negli anni ben 17 ristoranti tra quelli a Chioggia e altri in montagna e al mare. Se così si può dire, Fabrizio ha imparato prima a maneggiare mestoli e padelle e poi a parlare. Gli amici, ieri, si sono ritrovati nella sua osteria che non ha chiuso in memoria della voglia di vivere e di fare di Fabrizio. E lo hanno ricordato così. Il destino si è compiuto quando Fabrizio ha spento 18 candeline. Iscritto al Brandolini, e diventato maggiorenne, sognava di diventare disegnatore di orologi. Invece, il papà ha avuto un infarto e ha dovuto mollare a lui le redini di quella che oggi è la Cavana del Sile, all’epoca Circolo degli ospedalieri. «Si è trovato dalla mattina alla sera ai fornelli. Diciamo che quella che era partita come una scommessa è diventata, invece, la sua professione» ricordano gli amici. Ha condotto quel ristorante per dieci anni, antesignano degli apericena. «Ci si ritrovava nel tardo pomeriggio, in quel prato enorme, e si rimaneva a fare alba» ricorda, ancora, Alessandro. Poi, dopo dieci anni, un cambio di rotta. Lascia quel locale per aprire “Da Chies” vicino a Carletto e, nel 2010 la sua seconda casa, la trattoria “Ostile”.
L’ADDIO
«Fabrizio aveva un’energia tracotante. Se c’era da far tardi, lui restava sveglio fino alle 3 di mattina e poi alle 6 era in cucina a preparare i piatti per il suo ristorante. Se c’era da fare il bagno, lui si buttava a dicembre. Se si mangiava lui lo faceva per due e beveva per tre. Non me lo sono mai visto vecchio». È l’addio di Alessandro. Il funerale lunedì, alle 11, alla casa funeraria Trevisin (viale Felissent a Villorba).