Un’infezione porta via Fabrizio Chies titolare e cuoco dell'osteria Ostile

Mercoledì 13 Dicembre 2023 di Valeria Lipparini
Il cuoco Fabrizio Chies è mancato a 49 anni

TREVISO - È morto ieri notte, dopo un ricovero lampo in ospedale, per un’infezione che i farmaci non sono riusciti a debellare. Fabrizio Chies aveva 49 anni, titolare dal 2010 dell’osteria Ostile, in via Inferiore, se n’è andato per un’influenza che ha aggravato la sua già difficile insufficienza epatica.

Aveva aperto la trattoria insieme ad un amico.

E ne aveva fatto il punto di riferimento della Treviso da bere. Nel suo locale ci si conosceva, ci si incontrava ed era il ritrovo prediletto dei rugbisti che avevano mantenuto la fede biancoverde anche se non giocavano più. Lo stesso Fabrizio era stato rugbista del Benetton da quando aveva 5 anni. Poi, aveva lasciato i campi e la palla ovale. Ma il terzo tempo, spesso, si disputava nella sua osteria tra piatti di pesce e un vino generoso. Generoso com’era il padrone di casa che per gli amici c’era sempre. «Penso a quando prestò casa sua a un amico per un anno intero, senza chiedere un euro e, anzi, pagando pure le bollette» ricorda Alessandro Maggiore, suo amico fraterno. «L’ho conosciuto in piazza, all’inizio ci ha unito la passione del rugby, poi il nostro è diventato un legame che ci ha accompagnati fino all’età adulta. Mancherà tantissimo».

CHI ERA

Fabrizio Chies era figlio d’arte. Il papà Mario, che ha 79 anni, ha gestito negli anni ben 17 ristoranti tra quelli a Chioggia e altri in montagna e al mare. Se così si può dire, Fabrizio ha imparato prima a maneggiare mestoli e padelle e poi a parlare. Gli amici, ieri, si sono ritrovati nella sua osteria che non ha chiuso in memoria della voglia di vivere e di fare di Fabrizio. E lo hanno ricordato così. Il destino si è compiuto quando Fabrizio ha spento 18 candeline. Iscritto al Brandolini, e diventato maggiorenne, sognava di diventare disegnatore di orologi. Invece, il papà ha avuto un infarto e ha dovuto mollare a lui le redini di quella che oggi è la Cavana del Sile, all’epoca Circolo degli ospedalieri. «Si è trovato dalla mattina alla sera ai fornelli. Diciamo che quella che era partita come una scommessa è diventata, invece, la sua professione» ricordano gli amici. Ha condotto quel ristorante per dieci anni, antesignano degli apericena. «Ci si ritrovava nel tardo pomeriggio, in quel prato enorme, e si rimaneva a fare alba» ricorda, ancora, Alessandro. Poi, dopo dieci anni, un cambio di rotta. Lascia quel locale per aprire “Da Chies” vicino a Carletto e, nel 2010 la sua seconda casa, la trattoria “Ostile”.

L’ADDIO

«Fabrizio aveva un’energia tracotante. Se c’era da far tardi, lui restava sveglio fino alle 3 di mattina e poi alle 6 era in cucina a preparare i piatti per il suo ristorante. Se c’era da fare il bagno, lui si buttava a dicembre. Se si mangiava lui lo faceva per due e beveva per tre. Non me lo sono mai visto vecchio». È l’addio di Alessandro. Il funerale lunedì, alle 11, alla casa funeraria Trevisin (viale Felissent a Villorba). 

Ultimo aggiornamento: 17:03 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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