TREVISO L'hanno convinta a denunciarlo le minacce di morte pronunciate nei confronti della madre e delle nipotine. Ora, dopo quasi due anni di violenze fisiche e psicologiche, perpetrate anche davanti al figlioletto, una professionista trevigiana di 39 anni ha ottenuto dal Tribunale l'allontanamento da casa di quel compagno violento, un disoccupato di 41 anni di origini siciliane, che aveva iniziato a rivelare la sua vera natura solamente alla nascita del loro bambino, venuto alla luce nel febbraio del 2012.
I due stavano insieme dal 2004. Poi, nel 2009, avevano deciso di andare a convivere. Tre anni dopo, la nascita del piccolo. Ma da quel momento la relazione, sostanzialmente tranquilla pur con alti e bassi, si era trasformata in un vero e proprio inferno. Il neopadre aveva iniziato a pretendere dalla donna attenzioni maniacali nei confronti del figlioletto: ogni cosa con cui entrava in contatto andava disinfettata. E se questo non avveniva, la riempiva di insulti. Lo stesso avveniva con i familiari della 39enne.
Un atteggiamento ossessivo, che provocava violenti scatti d'ira, da cui non veniva risparmiato neppure il bambino: il piccolo assisteva alle violenze, e per questo veniva colto da violente crisi di pianto. Nel 2013, il 41enne aveva iniziato anche ad alzare le mani: tre le aggressioni poi riferite dalla donna. Il convivente la prendeva a schiaffi, le tirava i capelli, in un episodio le aveva sbattuto contro il ginocchio l'oblò della lavatrice, provocandole una forte contusione: per giorni aveva faticato a camminare. Un clima insostenibile, con l'uomo, disoccupato, che pretendeva che fosse la compagna, che lavora invece in uno studio professionale, a rimanere a casa quando il bambino stava male.
«A fine 2013, ripetute minacce di morte a lei, ai genitori e alle nipoti l'hanno spinta a rivolgersi alla Squadra mobile» spiega il dirigente Enrico Biasutti. La polizia si è immediatamente mobilitata, ottenendo dal gip un provvedimento nei confronti del compagno violento: oltre ad allontanarlo da casa, gli ha vietato di avvicinarsi ai luoghi frequentati dalla donna.
Nel 2013 sono stati 10 gli allontanamenti da casa ottenuti dalla polizia per maltrattamenti in famiglia, oltre il doppio del 2012, quando erano stati solamente 4. Sono state invece 24, l'anno scorso, le denunce raccolte in questura.
Ultimo aggiornamento: 23:05
© RIPRODUZIONE RISERVATA I due stavano insieme dal 2004. Poi, nel 2009, avevano deciso di andare a convivere. Tre anni dopo, la nascita del piccolo. Ma da quel momento la relazione, sostanzialmente tranquilla pur con alti e bassi, si era trasformata in un vero e proprio inferno. Il neopadre aveva iniziato a pretendere dalla donna attenzioni maniacali nei confronti del figlioletto: ogni cosa con cui entrava in contatto andava disinfettata. E se questo non avveniva, la riempiva di insulti. Lo stesso avveniva con i familiari della 39enne.
Un atteggiamento ossessivo, che provocava violenti scatti d'ira, da cui non veniva risparmiato neppure il bambino: il piccolo assisteva alle violenze, e per questo veniva colto da violente crisi di pianto. Nel 2013, il 41enne aveva iniziato anche ad alzare le mani: tre le aggressioni poi riferite dalla donna. Il convivente la prendeva a schiaffi, le tirava i capelli, in un episodio le aveva sbattuto contro il ginocchio l'oblò della lavatrice, provocandole una forte contusione: per giorni aveva faticato a camminare. Un clima insostenibile, con l'uomo, disoccupato, che pretendeva che fosse la compagna, che lavora invece in uno studio professionale, a rimanere a casa quando il bambino stava male.
«A fine 2013, ripetute minacce di morte a lei, ai genitori e alle nipoti l'hanno spinta a rivolgersi alla Squadra mobile» spiega il dirigente Enrico Biasutti. La polizia si è immediatamente mobilitata, ottenendo dal gip un provvedimento nei confronti del compagno violento: oltre ad allontanarlo da casa, gli ha vietato di avvicinarsi ai luoghi frequentati dalla donna.
Nel 2013 sono stati 10 gli allontanamenti da casa ottenuti dalla polizia per maltrattamenti in famiglia, oltre il doppio del 2012, quando erano stati solamente 4. Sono state invece 24, l'anno scorso, le denunce raccolte in questura.
