TREVISO - Tre ore prima era viva. Tre ore dopo Serena Fasan, la 37enne farmacista di Castelfranco, è stata trovata morta dal compagno, riversa a terra, nella loro abitazione in via Ponchini. In quelle tre ore sono racchiusi i dubbi e i misteri di una morte apparentemente inspiegabile. Perche Serena stava bene, a detta dei parenti e dello stesso compagno. Ma soprattutto perché sono stati trovati segni sospetti sul collo della donna che potrebbero essere compatibili con uno strangolamento, anche se la pista sembra labile a detta della magistratura, oppure potrebbero coincidere con manovre maldestre di soccorso, attuate nella concitazione di quei terribili momenti, dai vicini, tra cui un medico, e dal compagno stesso. Ma c'è anche un'altra ipotesi. Cioè che la donna possa essersi procurata da sola quegli strani lividi al collo nel tentativo di respirare dopo aver ingerito qualcosa che le avrebbe impedito, appunto, la respirazione.
A fugare i sospetti ci penserà l'autopsia, che verrà eseguita martedì 31 dal medico legale Alberto Furlanetto, incaricato dal pubblico ministero del Tribunale di Treviso Mara Giovanna De Donà, che ha aperto un'inchiesta per omicidio volontario, peraltro senza indagati.
QUEL POMERIGGIO
Le indagini passano al vaglio quelle tre ore. L'orologio, feroce, comincia a ticchettare a partire dalle 15,30 quando il compagno di Serena, Matteo Piva, 37enne titolare del pub Ai do Gatti in via Filzi, in centro a Castelfranco, esce di casa.
LE DOMANDE
Cosa è successo in quelle tre ore? Cosa ha causato la morte di una donna giovane, nel pieno delle forze e con un futuro davanti a lei? L'ipotesi di un malore fulminante sembra prendere sempre più piede. Il personale medico, giunto sul posto, trova la donna con i denti serrata e sangue misto a schiuma uscirle dalla bocca. Saranno loro a parlare di un attacco fulminante di epilessia. Un'ipotesi che non viene scartata dalla magistratura. Subito dopo il decesso, nell'appartamento di via Ponchini, arrivano i carabinieri del nucleo investigativo per fissare la scena, inventariando e fotografando i medicinali che metteranno a disposizione del medico legale. Viene verificato che i serramenti non sono stati forzati, che nel salotto c'è ordine e che il telefonino è praticamente accanto al corpo di Serena. L'indagine sul telefonino e sulle chiamate effettuate sarà successiva alle risultanze dell'autopsia.