TREVISO - Inquinamento alle stelle: le educatrici dell’asilo nido di Monigo decidono di non portare i bambini in cortile per la ricreazione. E anche a Fiera è stata data disposizione che i piccoli non escano (tranne in alcuni specifici casi) finché l’allerta rosso non sarà cessato. «Nonostante il sole, le insegnanti hanno ritenuto che non fosse il caso mettere i piccoli a contatto con le polveri sottili - commenta l’assessore al sociale Gloria Tessarolo, referente per i nidi comunali - un’accortezza che credo sia più che condivisibile, finché il livello di pm10 non rientrerà». Sole tiepido e temperature miti, ma le insegnanti hanno deciso di tenere all’interno i bambini per la ricreazione. È dopo quello che è accaduto ieri al nido comunale di via Nazioni Unite e a quello di Fiera, già sono in molti a chiedere che la misura venga estesa a tutto il territorio comunale e all’hinterland.
CONCENTRAZIONI
Il primo metro da terra è il peggiore: lì la concentrazione di polveri sottili è più densa. E i bambini piccoli sono i più esposti alle esalazioni. Poiché a Treviso nel mese di gennaio l’aria è stata irrespirabile, sono intervenuti prima i pediatri, poi direttamente gli educatori. Quello di Monigo è solo l’ultimo caso. Risulta che nelle settimane scorse diversi medici abbiano contattato i nidi per chiedere alle maestre di non portare fuori i bambini durante l’intervallo, a prescindere dal meteo. «L’aria è pessima e i segnali sono inconfutabili: tosse, respiro pesante, occhi rossi. Io stessa ho consigliato per precauzione di non esporre inutilmente i bambini - conferma Maria Sole Ceccarelli, pediatra e consulente Usl in diversi asili - Al nido ci sono bimbi fino a 3 anni, si trovano all’altezza in cui ristagnano le pm10. Non facciamo allarmismo, ma è giusto usare le precauzioni del caso. Come regola di buonsenso direi: se c’è codice rosso, meglio fare la ricreazione all’interno».
BUONSENSO
Trenta giorni di sforamenti costanti: l’alta pressione garantisce il bel tempo e le temperature sono insolite per gennaio. Nonostante questo gli specialisti sconsigliano di portare i bambini al parco. «È opportuno fare la stessa riflessione che vale per la ricreazione a scuola. In zone particolarmente inquinate, che magari lambiscono direttrici principali o ambienti urbani e industriali, sarebbe il caso nei giorni di sforamenti reiterati evitare l’esposizione prolungata. E sarebbe meglio riservare le passeggiate alle zone collinari, dal Montello al Coneglianese o l’Altamarca» prosegue la specialista. L’indicazione è quella di agire secondo il proprio buonsenso, senza cedere all’allarmismo. «Le mascherine per i bambini del nido? Direi di no. Meglio tenerli al chiuso».
MASSIMA ESPOSIZIONE
I bambini molto piccoli sono molto sensibili all’inquinamento atmosferico. Esiste una relazione causale tra inquinamento atmosferico dovuto alle polveri sottili e disturbi respiratori, perché i bambini respirano con un ritmo quasi doppio rispetto a quello di un adulto. Hanno un sistema immunitario meno sviluppato, in modo particolare nei primi anni di vita. Quindi fino a 14 anni gli studi scientifici dimostrano che i bambini accumulano più particelle rispetto a un adulto. Inoltre respirano a livello tubo di scarico, e questo li rende maggiormente esposti all’inquinamento.
SCELTA CONDIVISA
Da assessore e da mamma credo di poter dire che la scelta delle educatrici sia stata più che opportuna - ribadisce l’assessore Tessarolo - in questa stagione, nei giorni in cui l’aria è particolarmente inquinata, è meglio evitare di portare i bambini in cortile.
Aria troppo inquinata: le maestre d'asilo non fanno uscire i bimbi
Martedì 4 Febbraio 2020 di Elena FiliniLa situazione particolarmente pesante in cui si trova la città ci deve far riflettere sugli accorgimenti da adottare durante la quotidianità. Dobbiamo cercare di inquinare sempre meno, e tutelare le fasce più fragili. Nel caso specifico, appoggio la decisione delle educatrici». E sono già molte le famiglie che chiedono misure analoghe nelle strutture private della città e nei nidi dei comuni dell’hinterland.