CONEGLIANO - «I primi a riconoscerlo dopo il notiziario sono stati i suoi compagni di cella - spiegano le guardie del carcere - e a voce hanno dato la notizia agli altri passando parola. Abbiamo sentito un forte trambusto: ci siamo mossi subito perché in casi come questi non si deve perdere un secondo».
Se durante il giorno il ragazzo era una matricola come le altre, infatti, in serata la diffusione delle immagini legate al delitto ha chiarito a tutti gli occupanti del carcere di Santa Bona il motivo per cui il diciannovenne moldavo era finito dentro. E in molti hanno detto no. «Anche un posto come questo ha dei principi che noi ormai ci siamo abituati a conoscere - continua il personale della casa circondariale - cose di questo genere non vengono tollerate e i detenuti rischiano di farsi giustizia da soli».
La confessione l'aveva ormai bollato agli occhi degli altri detenuti: e i particolari sempre più odiosi venuti a galla durante la giornata, come il furto della collanina, la rivendita al Compro Oro e la sosta alle slot, lo hanno definitivamente condannato. Mihail non ha subito compreso perché fosse stato immediatamente spostato in un altro settore. «È uno freddo, immaginiamo abbia capito ma non ha fatto trapelare nulla al momento - continua il personale - dopo, durante la notte, ha cominciato a rendersi conto. Ma non è ancora lucido, non ha ancora compreso in quale guaio si è cacciato».
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