Ricavi milionari con la lap dance
ma il Fisco non recupera un euro

Mercoledì 17 Agosto 2016 di Cristina Antonutti
Ricavi milionari con la lap dance ma il Fisco non recupera un euro
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PORDENONE - Due procedimenti paralleli per la frode fiscale milionaria imputata alla società Mille Lire Srl di Zoppola, paradiso della lap dance. Da una parte c’è la Procura di Pordenone, che una volta depennata dal capo d’imputazione l’ipotesi di associazione per delinquere, è decisa a portare a processo tredici indagati per le ipotesi di dichiarazione fraudolenta attraverso fatture emesse per operazioni inesistenti o rimborsi chilometrici falsi per creare passivi fittizi. Dall’altra parte ci sono l’Agenzia delle entrate e l’Inps, che inseguono tasse e contributi previdenziali mai versati per svariati milioni di euro. Se il procedimento penale attende soltanto la fissazione dell’udienza davanti al gup del Tribunale di Pordenone, sugli altri due versanti ci sono degli ostacoli di non poco conto. A cominciare dal ricorso davanti alla Commissione tributaria di Pordenone, che è stato annullato.

FISCO. In quattro anni - dal 2009 al 2012 - il Mille lire avrebbe omesso di dichiarare ricavi per 3 milioni di euro, imposte sugli intrattenimenti dal vivo per 750 mila ed evaso Iva per 850 mila. Il Fisco finora non ha recuperato un euro, in quanto il ricorso alla Commissione Tributaria di Pordenone si è arenato. È stato infatti presentato alla Commissione sbagliata e pertanto respinto. La sede pertinente era quella di Udine, dove gli imprenditori Stefano Caserta, 51 anni, di Pozzuolo e Marco Dal Pozzo, 54, di Castelfranco Veneto, gestivano un altro locale in via Udine a Pozzuolo. L’Agenzia delle entrate ha impugnato (ben 54 i motivi di ricorso) la decisione della Commissione tributaria. Che fine abbia fatto il ricorso, le parti ancora non lo sanno. Nulla è stato notificato, nonostante incomba la prescrizione.

INPS. Si era mosso anche l’Istituto di previdenza presentando due verbali unici di accertamento per le ballerine di lap dance assunte senza un contratto regolare. L’Inps ambiva a incassare 1,5 milioni di euro, ma si sarebbe messo in moto troppo tardi. Nel frattempo, infatti, la società Mille Lire è stata chiusa. «L’Inps avrebbe dovuto chiedere i soldi entro un anno e un giorno - spiegano gli avvocati Guido Galletti e Cristiano Leone - Non si può condannare una ditta che non c’è più, per la quale è stata dichiarata la "morte legale" e pertanto è inesistente».

SEQUESTRO. A questo punto l’unica chance per l’Erario di recuperare qualcosa è legata al sequestro preventivo (quantificato in 1 milione di euro e confermato anche in Cassazione) ai beni di Dal Pozzo e Caserta, in qualità di amministratori di Mille Lire Srl, Impresa Srl e Rosa Rossa Srl. Prima di poter mettere le mani sui beni, bisognerà però arrivare a una sentenza di condanna definitiva.
 
Ultimo aggiornamento: 14:53 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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