Lanificio Paoletti nel mirino degli hacker. Sostituito l'Iban di un bonifico: pagamento da 100mila euro sparisce nel nulla

Venerdì 3 Maggio 2024 di Valeria Lipparini
La sede del lanificio Paoletti (foto dal sito web aziendale)

FOLLINA (TREVISO) - Il sistema informatico dello storico Lanificio Paoletti di Follina hackerato. Il danno? Un pagamento di oltre 100mila euro sparito nel nulla. “Divorato” dai pirati informatici. È questo il sospetto alla base di una denuncia presentata la settimana scorsa. Tutto ha inizio con un mancato pagamento che la ditta della Marca non riceve da un’azienda cinese con cui intrattiene da tempo rapporti commerciali. La fattura era stata regolarmente inviata con, anche, l’Iban dove effettuare il relativo bonifico pari a una cifra che supera le 100mila euro.

Ma quei soldi non arrivano mai a destinazione. E la Paoletti avanza un sollecito per capire cosa stia succedendo.

La truffa

L’inghippo inizia qui, con la risposta dei partner cinesi che rispondono candidamente di aver pagato regolarmente il bonifico. Seguono i controlli e, a quel punto, emerge la truffa. Gli hacker sono riusciti a violare le mail e i contatti delle due ditte, sostituendo l’Iban corretto con un altro Iban, questa volta truffaldino. Originato, però, sempre in Italia in quanto inizia sempre con “IT” per poi proseguire con la serie di numeri e consonanti classici per effettuare qualsiasi tipo di bonifico. Si scopre, così, che i sistemi che si credevano a prova di intrusione hanno evidenziato una falla. Perchè ormai, ordini, bonifici, pagamenti, viaggiano via etere essendo stati completamente aboliti carta e fax ritenuti ormai obsoleti. Ora la fattura con relativa richiesta di bonifico e tutte le credenziali per effettuare il versamento, arriva alle imprese via email. Il problema non è da poco. La Paoletti ha presentato regolare denuncia e le forze dell’ordine sono al lavoro per capire quale sistema sia stato hakerato e per cercare, tra i mille rivoli di internet, le tracce dei truffatori informatici.

Le indagini

Resta, per ora, una certezza. Quei soldi sono spariti. E un dilemma. Chi dovrà sopportare la perdita? La ditta cinese dovrà effettuare un secondo bonifico, visto che il primo non è andato a buon fine? Oppure, la ditta trevigiana, che ha subito l’attacco hacker, non dovrà aspettarsi alcun risarcimento? Le forze dell’ordine che stanno operando per risalire agli autori dell’attacco hacker hanno, però, verificato che soltanto quella specifica mail è stata presa di mira ed è stato sostituito l’Iban in modo da convogliare il pagamento in un altro conto corrente aperto e chiuso soltanto per consentire di portare a termine l’operazione. Per ora sull’intera operazione e sulle relative indagini vige il più stretto riserbo e dalla ditta non giungono conferme nè smentite.

Ultimo aggiornamento: 16:46 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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