Equalitas, il marchio di garanzia
per il Prosecco "sostenibile"

Mercoledì 1 Giugno 2016 di Federico Bettuzzi
Equalitas, il marchio di garanzia per il Prosecco "sostenibile"
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TREVISO - Una garanzia in più per la filiera e il consumatore. Ma anche un argomento di grande impatto per il prossimo confronto con le associazioni ambientaliste. Il Consorzio Prosecco Doc ha lanciato ufficialmente "Equalitas", un'iniziativa tesa a riconoscere la sostenibilità tanto ambientale quanto produttiva e di distribuzione del comparto vitivinicolo. Sei realtà - FederDoc, Federvini, Treavino, Gambero Rosso, Valoritalia e Csqa - hanno dato vita a Equalitas srl, una società appoggiata dal Ministero delle politiche agricole e forestali e già introdotta all'ultima edizione del VinItaly di Verona. Scopo di Equalitas è custodire uno standard e un marchio di garanzia da attribuire a quei produttori e imbottigliatori che rispetteranno determinati criteri di sostenibilità imprenditoriale.

Dalle analisi del terreno, delle acque e dell'atmosfera delle zone di produzione, al monitoraggio degli organismi viventi nei vigneti fino ai rapporti umani nelle aziende, le associate Equalitas dovranno dimostrare di rispettare rigidi canoni qualitativi. A tutto vantaggio del valore indotto commerciale in un comparto che annualmente esporta il 70% della produzione.

«All'estero questa tipologia di garanzie è molto apprezzata - chiarisce Stefano Zanette, presidente del Consorzio Prosecco Doc - Nei Paesi anglosassoni c'è grande attenzione al tema del biologico. Ma anche tra i nostri associati l'avvio dell'iniziativa ha riscontrato grande partecipazione e interesse». In un territorio in cui il comparto agricolo è decisamente influenzato dalla vitivinicoltura, Equalitas potrebbe produrre un salto di qualità. Il Veneto conta oltre 80mila ettari di coltivazione a vite (32mila nella sola provincia di Treviso), ma il vitigno Prosecco abbraccia ben nove province -le quattro friulan-giuliane e le venete a eccezione di Verona e Rovigo- rappresentando tra glera e affini il 33% della produzione complessiva di tale zona.

«Il consumatore necessita di buona informazione - prosegue Zanette -. Purtroppo talvolta alcune notizie fuorvianti possono danneggiare un intero settore. È falso ad esempio che il Prosecco necessiti di fitofarmaci: essendo un vitigno piuttosto resistente non ha bisogno di tali interventi che invece riguardano altre uve come lo Chardonnay. E non risponde a verità che siano state rilasciate nuove autorizzazioni a impiantare Prosecco Doc, poiché il blocco permane».
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