Suicida a 19 anni, strazio degli amici:
«Gaggio, perchè c'hai lasciati?»

Mercoledì 4 Marzo 2015 di Gianandrea Rorato
Suicida a 19 anni, strazio degli amici: «Gaggio, perchè c'hai lasciati?»
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PONTE DI PIAVE - La notizia della morte di "Gaggio" ha tenuto decine di amici incollati a smartphone, tablet e pc. A trovarlo ormai privo di vita ieri nella sua camera è stato il papà: i due da qualche mese erano andati a vivere insieme a Levada. Per Enrico Gaggion, 19 anni compiuti a gennaio, studente al 5. anno delle superiori a San Donà (Venezia), non c’è stato nulla da fare.

E c’è voluto tempo perchè il primo timido post venisse condiviso e alimentato da nuove informazioni.

Poi, quando la tragedia è emersa in tutti i suoi crudi contorni, si sono rotti gli argini e tutti, dall’amico più lontano al più vicino, hanno scritto parole dolci sui loro dispositivi per far capire a "Gaggio" che una fine così, da lui, proprio non se l’aspettavano.

Soprattutto coloro che lo frequentavano più da vicino, gli amici della sua Levada e della vicina Ponte di Piave. Anche perchè la sera prima Enrico Gaggion era uscito con la compagnia e con la compagnia aveva passato buona parte della serata senza che nessuno avesse colto nel ragazzo il minimo barlume di disagio. Cosa possa aver scatenato nella sua mente giovane l’idea di farla finita dentro le sacre pareti domestiche è qualcosa che anche gli amici più intimi fanno fatica a comprendere.

«Lunedì scorso eravamo tutti assieme a guardare un film, l’ultima volta che l’ho visto è stato quando stavo tornando da lavoro e siamo stati assieme un po’» scrive scioccata un’amica. Nessuno però vuole affrontare la questione parlandone apertamente. Non è solo una questione di comprensibile pudore: è il senso di impotenza davanti a un evento così definitivo come la morte. È l’interrogativo che tormenta chi poteva intuire qualcosa e non l’ha intuito. È il dolore che fa breccia in cuori spensierati. Agli amici di Enrico ieri è letteralmente crollato il mondo addosso, e non si tratta soltanto di una immagine figurata.

Chiusi nella loro muta sofferenza, hanno pianto lacrime amare. Ieri c’era quell’amico gioviale e allegro e divertente e un po’ guascone. Oggi c’è solo il ricordo di ciò che è stato e che poteva essere. Troppo. «Non ci voglio credere che tu te ne sia andato così, giuro -scrive Silvia su Facebook- Abbiamo legato in quest’ultimo periodo perchè già ti conoscevo ma non tanto come adesso. Ti ho conosciuto come una brava persona, un ragazzo gentile che dava consigli, le risate fatte assieme in compagnia. Sei e rimarrai un ragazzo fantastico che ho conosciuto con un bellissimo sorriso». Rip.

La tragedia di Enrico, trovato morto ieri mattina in casa, riporta con la memoria ad un’altra terribile scomparsa legata allo stesso comune: nel febbraio 2010 un 17enne vinto dalla depressione si sparò col fucile del padre. Prima di farla finita il ragazzo - proprio come Enrico - raccolse in una lettera i motivi del tragico gesto. Non c'erano segnali che il ragazzo covasse quel malessere così profondo. Ieri mattina a Ponte erano in molti che, pensando a Enrico, hanno ricordato anche quel tristissimo momento: anche il trevigiano 19enne, studente di San Donà, ha deciso di lasciarsi andare, stritolato dal male di vivere che non gli ha concesso un’altra opportunità.

Il giovane si è ucciso impiccandosi e a nulla sono serviti i soccorsi. Il papà come ogni mattina era andato a svegliarlo. Avrebbe dovuto prepararsi per andare a scuola: frequentava l'Itis Volterra di San Donà di Piave e quest’anno avrebbe dovuto affrontare la maturità.

Lo ha chiamato, ma dalla sua stanza non ha avuto risposta. Quindi il genitore ha aperto la porta e ha trovato il giovane ormai senza vita. Una fine terribile, uno choc tremendo per il padre, noto rappresentante conosciuto nell’opitergino, che ha dunque subito chiamato aiuto. Chi conosceva bene il ragazzo racconta che da qualche tempo Enrico non era più lo stesso, rinchiuso in una forma di depressione.

L'unica cosa certa è che Enrico, chiuso sempre più in sè stesso, ha preso questa tragica decisione estrema da solo, senza confidarsi con nessuno. Senza lanciare alcun segnale premonitore. Ecco perché la notizia della sua morte ha sconvolto familiari e amici, che mai avrebbero potuto immaginare un simile epilogo.

Oltre al papà, il 19enne lascia la mamma, che abita a Ponte, e la sorella maggiore, tutti sconvolti da un dolore lancinante e inatteso. Ieri, in tarda matinata, è cominciato nell'abitazione di Levada il triste viavai di parenti e amici, che si sono stretti attorno ai famigliari. Con quello di ieri salgono a quattro i suicidi da parte di giovanissimi in provincia di Treviso in meno di un mese.

Il 16 febbraio un quindicenne aveva deciso di farla finita a San Vendemiano, seguito il giorno seguente da un 23enne di Riese Pio X, che si era lanciato sotto un treno nel Vicentino. La settimana scorsa un 19enne che frequentava l’alberghiero di Castelfranco si era impiccato nel terrazzino della sua camera a Galliera Veneta. Mentre nell’Opitergino l'ultimo suicidio risale al gennaio scorso, quando a farla finita fu una 28enne di Campobernardo di Salgareda.

Ultimo aggiornamento: 5 Marzo, 09:39

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