Vanno all'estero per poter avere un bebè: due donne rimborsate dall'Usl

Sabato 4 Novembre 2023 di Mauro Favaro
L'Usl ha rimborsato due donne che hanno fatto ricorso alla procreazione medicalmente assistita in due cliniche spagnole

TREVISO - Procreazione medicalmente assistita: le donne trevigiane che non riescono a trovare risposte nella Marca, così come nelle altre province del Veneto, vanno all’estero. E l’Usl rimborsa loro le spese. Sono già due i casi di viaggi per poter mettere al mondo un bambino. Entrambi verso la Spagna. A marzo una donna si è rivolta alla clinica Mistral Fertility Clinics di Madrid e un’altra, pochi giorni dopo, alla clinica Laboratorio de Reproduccion Centro Gutenberg di Malaga.

Adesso l’Usl della Marca ha approvato la loro domanda di rimborso per le spese sanitarie - tecnicamente si parla di assistenza sanitaria transfrontaliera - stanziando un totale di poco più di 7mila euro, in base a quanto previsto dal tariffario regionale. 


LA RICHIESTA 

In diversi casi a guardare alle cliniche con base all’estero per la procreazione medicalmente assistita sono coppie composte da due donne, che qui di fatto, nonostante le unioni civili, non possono coronare il loro sogno d’amore. Si va dalla Spagna alla Danimarca. Ma non solo. Ci sono molte coppie composte da un uomo e una donna che soffrono perché non riescono ad avere un figlio, con tutte le implicazioni psicologiche del caso. A incidere sono anche le liste d’attesa. Quando una donna non è più giovanissima, in particolare, diventa un problema dover aspettare troppo a lungo. Nella Marca, a differenza della Spagna, questo succede anche a causa di una carenza di ovociti “a fresco”. Le donazioni, non retribuite, a quanto pare non sono sufficienti rispetto alla domanda. Così si chiude il cerchio. «In Spagna fanno l’impianto di ovociti “a fresco”. Noi registriamo meno donazioni rispetto a loro. Questo ci porta ad avere delle liste d’attesa. E di conseguenza lì è più facile avere questa possibilità – fa il punto Francesco Benazzi, direttore generale dell’Usl della Marca – è anche una questione di tempistiche. Le donne presentano la richiesta nel momento in cui ne hanno bisogno, anche prima di arrivare a una certa età. E a fronte dell’autorizzazione da parte della nostra Pma (l’unità di procreazione medicalmente assistita, ndr), procediamo con la copertura delle spese in base al principio di libera circolazione degli assistiti in Europa». 


LA REGIONE 

Nel dettaglio, a livello regionale è stata prevista la possibilità di rimborso per prestazioni sanitarie programmate di alta specializzazione, su indicazione di uno specialista, che qui non è possibile ricevere tempestivamente o in forma adeguata alla situazioni specifiche. Non a caso il rimborso scatta solo se le cure rientrano nei livelli essenziali di assistenza e sono quindi comprese nel tariffario regionale. Nei due casi in questione, riguardanti due donne trevigiane, è stato timbrato un contributo da 4.616 euro per le prestazioni eseguite nella Mistral Fertility Clinics di Madrid e di 2.433 euro per quelle erogate nella clinica Laboratorio de Reproduccion Centro Gutenberg di Malaga. Di contro, va detto che il settore della procreazione medicalmente assistita continua a svilupparsi anche in provincia di Treviso. L’anno scorso gli ospedali di Conegliano e Oderzo sono stati ufficialmente inseriti tra i 6 hub del Veneto. Con il supporto dell’ospedale di Castelfranco, individuato come centro di primo livello. Viene seguito tutto il percorso dell’infertilità di coppia. Prima dell’epidemia da Covid, i centri trevigiani per la procreazione assistita erano arrivati a seguire 660 coppie all’anno: 400 a Conegliano e 260 a Oderzo

Ultimo aggiornamento: 13:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci