TREVISO - Il colpo di scena, il fuori programma che non ti aspetti, quella domanda apparentemente banale in grado di far saltare tutti gli schemi. L'ha fatta Silvio Tessari, consigliere del Pd, l'altra sera in consiglio comunale a Montebelluna mentre si stava discutendo della costituzione di parte civile che potrebbe essere sottoscritta dal Comune nei confronti di Veneto Banca. «Ma io - è stato il concetto espresso da Tessari - dato che sono azionista posso votare?». Nessuno prima ci aveva pensato. Né nei mesi trascorsi dalla presentazione della mozione di Sabrina Favaro, consigliere di Direzione Italia promotrice dell'iniziativa, né in serata, quando la questione era già stata ampiamente sviscerata e appariva ormai pressoché scontata la bocciatura. Da lì in poi la situazione si è progressivamente complicata. A cominciare da tutte quelle mani alzate, qualcuna ben tesa, qualche altra a metà con più incertezza, quando Marzio Favero ha chiesto se qualcuno avesse parenti azionisti o fosse socio. A creare problemi è infatti l'articolo 78 del testo unico degli enti locali: Gli amministratori devono astenersi dal prendere parte alla discussione e alla votazione di delibere riguardanti interessi propri o di loro parenti o affini fino al quarto grado...
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