Caso Gava, Benazzi (Asl2) sotto assedio «Su di noi solo fango»

Domenica 23 Aprile 2017 di Elena Filini
Francesco Benazzi
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TREVISO - Una settimana da dimenticare. In cui una delle aziende sanitarie più efficienti d'Europa sembra essere diventata la roccaforte della malasanità. Prima il caso dell'assistente infedele e gli oltre 500 bambini senza vaccinazione. Poi la bagarre televisiva. E ieri la radiazione di Roberto Gava, cardiologo in forze al poliambulatorio di Castelfranco.

Il direttore generale Francesco Benazzi è molto provato. Cerca di leggere un saggio filosofico per distrarsi, ma non ci riesce. È diventato il bersaglio di tutti. Dei cittadini, della politica, dell'opinione pubblica: «Alle famiglie risponderò sempre. Ma a farmi cecchinare dagli altri non ci sto».
Direttore, ormai per tutta Italia siamo diventati la città no vax.
«Semplificazioni ingenerose. Fino a prova contraria noi abbiamo portato alla luce un caso scomodo e difficile, e ci vuole coraggio. E un provvedimento come la radiazione credo non abbia precedenti».
Venerdì sera Emanuela Petrillo ha voluto raccontare la sua verità. Accusando l'Usl di volerla incastrare per questioni politico-sindacali.
«Il diritto alla difesa è inopinabile, ed è giusto che la signora si tuteli. Tuttavia per il tipo di accuse emerse anche l'Usl ha dato mandato a un legale. Lunedì annunceremo chi si occuperà di noi in sede giuridica».
L'assistente sanitaria ha anche aggiunto di avere timori per l'incolumità sua e della sua famiglia. «Dalla mia bocca e da quella dei miei collaboratori quel nome non è mai uscito. L'ho detto e l'ho ripetuto a tutti: il nome non lo faccio neanche sotto tortura. Perché tra le mie priorità rientra anche quella di garantire l'anonimato e la tutela della persona».
In molti si chiedono perché abbiate reso pubblica questa storia proprio ora.
«Per salvaguardare la salute dei bambini. È l'unica cosa che personalmente ho a cuore. Non ho subito alcuna pressione, né politica, né sindacale. Ho l'obbligo di tutelare e tranquillizzare le famiglie che si affidano all'Usl. Non ci sono altre ragioni».
Parliamo di quei dieci minuti alla trasmissione Mattino cinque.
«Uno spettacolo indegno. Hanno trasformato questa storia in una zuffa da strada. Mai più in un talk show. Sono un professionista, non mi presterò ancora una volta a queste spettacolarizzazioni trash».
Se l'avessero fatta parlare, cosa avrebbe risposto ad Alessandra Mussolini?
«Che sono al vertice di una struttura di oltre 10mila persone. Se le sembra realistico affermare che io debba fare un salto ogni tanto per vedere come vengono vaccinati i bambini. Mi fido pienamente dei miei collaboratori. Il resto sono accuse che mi amareggiano».
E arriviamo alla radiazione del dottor Roberto Gava.
«L'ho cercato diverse volte al cellulare. Non mi ha risposto, ma era prevedibile. Come collega volevo testimoniargli la mia vicinanza umana: il dottor Gava è un bravo cardiologo».
Sotto il profilo ideologico però come commenta la sua radiazione?
«L'Ordine ha preso una posizione netta. E lo capisco: bisognava dare un segnale molto chiaro. E io concordo con l'Ordine. Non mi aspettavo avesse il coraggio di arrivare alla radiazione. Non ho ancora ricevuto nulla, però quando arriverà il provvedimento ufficiale, l'Usl dovrà sospenderlo dal servizio in attesa del secondo grado di giudizio».
Lei davvero ritiene che un numero così ampio di persone che sta sostenendo in queste ore Gava agisca in maniera acritica e irresponsabile?
«Sono un liberale, non giudico per principio. Come medico però dico a questi signori: non fatevi deviare, guardate i riscontri scientifici».
È stata una settimana molto difficile. Cosa desidera mettersi alle spalle?
«Il troppo e ingiustificato fango gettato addosso a una delle strutture migliori d'Italia. Oggi coltiverò l'orto. E da domani risponderò solo ed esclusivamente alle famiglie. Per le altre questioni parleranno i nostri legali».
Ultimo aggiornamento: 20:57 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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