Sparito il 15% delle società sportive dilettantistiche. Coni e società in piazza: «Siamo allo stremo»

Domenica 9 Maggio 2021 di Nicola Astolfi
Il Coni in piazza a Rovigo con atleti e dirigenti

ROVIGO Da quando c'è il Covid, in Polesine quasi il 15 per cento delle società sportive dilettantistiche ha chiuso. E circa la stessa percentuale quantifica le persone che hanno smesso di fare sport. Sono dati riscontrati «nel numero di affiliazioni e minori praticanti. Ora l'appello del mondo sportivo è per la ripresa», ha detto il delegato provinciale del Coni Lucio Taschin, mentre ieri mattina in piazza Vittorio Emanuele a Rovigo la manifestazione The sport must go on.

Lo sport deve continuare riuniva in un presidio pacifico una cinquantina di partecipanti tra dirigenti e volontari delle società sportive locali, simpatizzanti, rappresentanti del Panathlon Rovigo e alcuni atleti. Tra le eccellenze dello sport polesano c'erano anche tre ginnaste della Sar Ritmica Gimnasia: Eleonora Meneghetti, Sara Incao e Andie Fusaro.


L'ESEMPIO GIMNASIA

«L'anno scorso e quest'anno a causa del Covid - ha raccontato la presidente della Ritmica Gimnasia Giovanna Soattini - non è stato possibile continuare l'attività in palestra. Nonostante tutto, le ginnaste iscritte alla Federazione d'Italia hanno partecipato a due prove uniche regionali a Brendola, piazzandosi con le squadre al primo posto e nell'individuale al secondo, poi a Montegrotto arrivando come squadra al primo, secondo e quarto. Grazie alla collaborazione del Comune e del Coni, stiamo lavorando con le atlete alla palestra Favero e alla Casalini. E da maggio siamo partiti con corsi base all'aperto con bambine dai 3 anni in su, nel rispetto rigoroso di tutti i protocolli anti Covid».
I segnali di ripresa ci sono, ma come eccezioni, perché «a oggi un terzo delle attività sportive a scuola non è svolto in un impianto sportivo - ha ricordato Taschin - molte associazioni sportive non hanno potuto accedere alle risorse del decreto Sostegni e solo lo 0,5% del Recovery plan è per lo sport. Vogliamo essere insieme a tutti, senza nessuna differenza, perché siamo tutti sulla stessa barca».
Al delegato provinciale Coni hanno fatto eco le parole di Gianfranco Bardelle per il Coni Veneto, che insieme al Cip Veneto ha promosso la manifestazione di ieri nei sette capoluoghi provinciali. Lo sport significa valori indispensabili, salute, economia, ed è stato anche uno dei migliori esempi di massima attenzione a contrastare la pandemia. «Non possiamo essere gli ultimi della fila - ha detto l'ex presidente del Coni Veneto - mentre giovani e tanti anziani aspettano di tornare a vivere bene con lo sport».
Il delegato provinciale del Comitato italiano paralimpico (Cip), Remo Zanellato, ha aggiunto: «In Polesine abbiamo eccellenze sportive che fanno parte della squadra paraolimpionica nazionale: gli atleti con disabilità non sono tanti, ma hanno davvero bisogno di riprendere a tutti gli effetti l'attività».


LAVORO CON LO SPORT

Per l'Unione sportiva Acli, Renato Buratto ha chiesto alle istituzioni di sostenere la ripartenza dello sport, perché, come ha ricordato Cinzia Sivier presidente dell'Uisp Rovigo, lo sport non è solo salute e benessere psicofisico, «ma dà lavoro a tanti giovani, che hanno bisogno di lavorare come tutti hanno bisogno di fare sport».
Per il presidente della Federazione italiana pallacanestro Rovigo, Roberto Altafin, nella pandemia «i più penalizzati sono i ragazzini, che già soffrono con la didattica a distanza: lo sport deve ripartire da loro, e il resto verrà».
Sul listòn di piazza Vittorio Emauele sono intervenuti a sostenere il mondo sportivo locale gli assessori comunali allo Sport di Rovigo Erika Alberghini, di Lendinara Franco Fioravanti e di Badia Stefano Baldo. L'assessore regionale Cristiano Corazzari ha annunciato che con il bando Ristori della Regione saranno resi disponibili 6 milioni per le partite Iva, lo sport e la cultura.
 

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