La protesta dei trattori arriva a Rovigo, Confagricoltura: «Siamo all'esasperazione»

Sabato 3 Febbraio 2024 di Marco Scarazzatti
La protesta dei trattori arriva a Rovigo, Confagricoltura: «Siamo all'esasperazione»

ROVIGO - Anche Rovigo, come già successo in altre piazze italiane, si prepara ad accogliere la manifestazione di protesta degli agricoltori, contro le nuove decisioni dell'Unione europea. È previsto per lunedì l'arrivo nel capoluogo polesano della marcia dei trattori, sulla scorta di quanto già avvenuto a Verona. «Le proteste degli agricoltori esasperati sono il frutto di politiche europee cieche e sorde - afferma il presidente di Confagricoltura, Lauro Ballani - massima libertà ai nostri associati di scendere in piazza, ma per portare a casa risultati, bisogna continuare il lavoro di pressing ai tavoli istituzionali. Purtroppo i vertici dell'Europa non hanno compreso il livello di esasperazione che provano gli agricoltori e continuano a proseguire con la politica dei vincoli e dei divieti. E questo è il risultato». Sono diverse settimane che le proteste degli agricoltori stanno interessando un po' tutta l'Europa, Germania e Francia in primisi. La manifestazione del 5 febbraio arriverà fino in centro città, con una sfilata di trattori.

Anche Confagricoltura Veneto, sollecitata dagli associati, sta considerando di scendere in piazza a Padova, per far sentire la voce del malcontento e ribadire le richieste che sono state avanzate su tutti i tavoli istituzionali, da Roma a Bruxelles.

I PROBLEMI

«Le esigenze degli agricoltori non sono state ascoltate negli ultimi anni - prosegue Ballani - tanto che la Ue ha chiesto di diminuire la produttività del 20%. In questi giorni, in seguito alle nostre richieste e sull'onda delle proteste, la Commissione europea ha deciso per il 2024 di riproporre la deroga all'obbligo del 4% delle terre improduttive, inserendo però il vincolo di destinare il 7% della superficie a colture intercalari, come le leguminose o azotofissatrici come la soia, da coltivare senza l'impiego di prodotti fitosanitari. Posta così, la deroga diventa penalizzante. Noi chiediamo una deroga vera, senza nuovi vincoli, e lo slittamento di un anno della rotazione, perché vogliamo poter produrre per restare competitivi sul mercato. La Politica agricola comune va riallineata alla situazione socio-economica attuale, con una visione che tenga conto sia del Covid sia della guerra in Ucraina». Ballani ricorda come l'Ue abbia proposto di rinnovare per un altro anno le misure che aboliscono i dazi per le produzioni provenienti dall'Ucraina, con la clausole di salvaguardia come quella che riguarda le uova, il pollame e lo zucchero. «A pagare questo sostegno all'Ucraina non possono essere gli agricoltori europei - conclude Ballani - ricordo che nel 2023 le esportazioni dell'Ucraina verso l'Europa sono raddoppiate. Alle importazioni vanno imposti chiari limiti, soprattutto a quei prodotti che non rispettano gli standard di qualità della Ue, altrimenti metteranno in ginocchio le aziende agricole. Ogni anno il 2% di queste chiude». 

Ultimo aggiornamento: 4 Febbraio, 10:49 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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