ROVIGO - Un immobile, grande, enorme, imponente, che per anni e anni è rimasto in balia del degrado e dell’incuria: diroccato, abbandonato in spregio al proprio valore storico e architettonico che, nella sua tipologia, probabilmente non ha pari nell’intero
L’INTERVENTO
Piano piano, poco per volta, intervento dopo intervento: le barchesse situate nella campagna della località Grompo, affacciate sul
UOMINI D’ARTE
A farsi caro dell’opera di ristrutturazione che già mostra i primi evidenti risultati, come l’intonacatura e l’imbiancatura esterne e gli infissi rimessi a nuovo, sono stati due nomi eccellenti in campo culturale: Pier Luigi Pizzi e Massimo Pizzi Gasparon Contarini. In particolare, Pier Luigi Pizzi, come riporta il cartello dei lavori appeso al cancello esterno dell’immobile, è il committente dell’opera mentre Massimo Pizzi Gasparon Contarini figura come proprietario e ideatore dei lavori. Pier Luigi Pizzi è un regista teatrale di fama internazionale, oltre che scenografo e costumista, che lavora nel mondo della prosa e della lirica, con importanti incursioni nel cinema al fianco, tra gli altri, di De Sica e Fellini. Massimo Pizzi Gasparon Contarini è architetto, scenografo e regista di grande esperienza nazionale ed internazionale. Ed è in particolare quest’ultimo, affiancato dall’architetto Alberto Lavezzo e dalla ditta Ghiotti, ad occuparsi del restauro delle barchesse rodigine, il cui futuro si prospetta come un vero e proprio ritorno alla vita.
TEMPO PERDUTO
«Se dovessi pensare ad un titolo per quest’opera di restauro – afferma Massimo Pizzi Gasparon Contarini – direi che il più adatto sarebbe il proustiano “Alla ricerca del tempo perduto” ed il sottotitolo sarebbe “Storia di un salvataggio” per trasmettere l’idea, in questi tempi bui e difficili, che anche gli oggetti conservino un’anima e non sia inutile salvare le cose». Sì, perché oltre a salvare Villa Grimani dal degrado, la prospettiva dei lavori monumentali di restauro, che hanno superato un complesso iter burocratico, è anche quella di riconsegnare alla comunità un luogo storico rimesso a nuovo. E non solo per essere ammirato dall’esterno in tutto il suo splendore. Nei piani di Massimo Pizzi Gasparon Contarini c’è infatti l’idea, tutta da costruire, che l’area verde esterna alla barchesse possa essere utilizzata come un parco per le visite da parte dei cittadini che per decenni hanno guardato la barchessa dall’esterno senza mai avere avuto la possibilità di osservare da vicino quale fosse la portata del patrimonio storico, artistico ed architettonico del complesso edilizio che è sempre stato lì, sotto i loro occhi ma il cui valore è stato sepolto per decenni sotto il peso del degrado.
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