Le Barchesse Grimani stanno tornando all'antico splendore grazie all'intervento di due famosi registi e scenografi

Martedì 1 Marzo 2022 di Elisa Barion
Le Barchesse Grimani a Concadirame

ROVIGO - Un immobile, grande, enorme, imponente, che per anni e anni è rimasto in balia del degrado e dell’incuria: diroccato, abbandonato in spregio al proprio valore storico e architettonico che, nella sua tipologia, probabilmente non ha pari nell’intero Polesine. Una struttura, quella delle Barchesse Grimani a Concadirame che, grazie alla volontà e alla caparbietà di due grandi nomi del campo artistico nazionale e internazionale, quelli di Pier Luigi Pizzi e di Massimo Pizzi Gasparon Contarini, sta tornando all’antico splendore. 

L’INTERVENTO

Piano piano, poco per volta, intervento dopo intervento: le barchesse situate nella campagna della località Grompo, affacciate sul Ceresolo e immerse in un’area verde come poche ne sono rimaste da quelle parti, da qualche anno sono oggetto di interventi di sistemazione e restauro che le hanno portate, nel giro di sei mesi a mostrarsi, nelle facciate esposte lungo via Ceresolo, la strada arginale che taglia in due la piccola frazione alle porte del capoluogo, non più grigie e cadenti ma bianche e luminose come in origine si presentavano.

UOMINI D’ARTE

A farsi caro dell’opera di ristrutturazione che già mostra i primi evidenti risultati, come l’intonacatura e l’imbiancatura esterne e gli infissi rimessi a nuovo, sono stati due nomi eccellenti in campo culturale: Pier Luigi Pizzi e Massimo Pizzi Gasparon Contarini. In particolare, Pier Luigi Pizzi, come riporta il cartello dei lavori appeso al cancello esterno dell’immobile, è il committente dell’opera mentre Massimo Pizzi Gasparon Contarini figura come proprietario e ideatore dei lavori. Pier Luigi Pizzi è un regista teatrale di fama internazionale, oltre che scenografo e costumista, che lavora nel mondo della prosa e della lirica, con importanti incursioni nel cinema al fianco, tra gli altri, di De Sica e Fellini. Massimo Pizzi Gasparon Contarini è architetto, scenografo e regista di grande esperienza nazionale ed internazionale. Ed è in particolare quest’ultimo, affiancato dall’architetto Alberto Lavezzo e dalla ditta Ghiotti, ad occuparsi del restauro delle barchesse rodigine, il cui futuro si prospetta come un vero e proprio ritorno alla vita. 
Così il maestro Pizzi racconta: «Quando Massimo mi ha esternato il suo proposito di intervenire sul destino tragico di Villa Grimani, confesso di avere cercato di dissuaderlo, perché prevedevo difficoltà insormontabili. Ma Massimo ostinatamente ha proseguito nel suo intento e ora posso dire che aveva ragione. Oggi sono contento di averlo capito ed averlo aiutato a proseguire in un’impresa che sembrava davvero disperata. L’unico nostro obiettivo per il futuro è quello di completare nel tempo il restauro conservativo dell’intera proprietà per ritrovare lo splendore perduto di questa nobile architettura». Il cartello dei lavori affisso alla parte esterna della cancellata che delimita l’area di proprietà privata lungo la lunga strada che conduce all’ingresso del complesso storico indica che sulla barchessa si stanno eseguendo degli «interventi di rifacimento intonaci esterni al fabbricato denominato “Villa Grimani” con modalità di restauro conservativo a Grompo di Concadirame».

TEMPO PERDUTO

«Se dovessi pensare ad un titolo per quest’opera di restauro – afferma Massimo Pizzi Gasparon Contarini – direi che il più adatto sarebbe il proustiano “Alla ricerca del tempo perduto” ed il sottotitolo sarebbe “Storia di un salvataggio” per trasmettere l’idea, in questi tempi bui e difficili, che anche gli oggetti conservino un’anima e non sia inutile salvare le cose». Sì, perché oltre a salvare Villa Grimani dal degrado, la prospettiva dei lavori monumentali di restauro, che hanno superato un complesso iter burocratico, è anche quella di riconsegnare alla comunità un luogo storico rimesso a nuovo. E non solo per essere ammirato dall’esterno in tutto il suo splendore. Nei piani di Massimo Pizzi Gasparon Contarini c’è infatti l’idea, tutta da costruire, che l’area verde esterna alla barchesse possa essere utilizzata come un parco per le visite da parte dei cittadini che per decenni hanno guardato la barchessa dall’esterno senza mai avere avuto la possibilità di osservare da vicino quale fosse la portata del patrimonio storico, artistico ed architettonico del complesso edilizio che è sempre stato lì, sotto i loro occhi ma il cui valore è stato sepolto per decenni sotto il peso del degrado.
 

Ultimo aggiornamento: 16:54 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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