Parcheggio abusivo in centro, la Finanza indaga sugli incassi in "nero"

Venerdì 2 Dicembre 2016 di Franbcesco Campi
Il posteggio
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ROVIGO - Un parcheggio privato gestito in modo completamente abusivo in pieno centro, che avrebbe visto la società che di fatto ha in gestione l’area, incassare negli ultimi quattro anni migliaia di euro in nero e senza pagare un centesimo di tasse.
È questa l’accusa che è stata formulata dalla Guardia di Finanza al termine di lunghe indagini che hanno riguardato lo spazio che si apre su corso del Popolo, dove un tempo era in funzione il distributore dell’Agip. Più di una persona, infatti, aveva già da qualche tempo notato che qualcosa non tornava. «Un mesetto fa - racconta Roberta, una giovane professionista di Stanghella che ogni giorno viene a Rovigo per lavoro - avevo parcheggiato la mia auto lì e un uomo mi ha subito avvicinato dicendo che era un’area privata e la sosta era consentita solo agli autorizzati, anche se non aveva spiegato come si ottenesse l’autorizzazione».
Secondo quanto ricostruito dalle Fiamme gialle che hanno rintracciato e ascoltato numerosi proprietari delle vetture che sono state notate a più riprese all’interno del parcheggio, alcuni dei “clienti", per poter lasciare l’auto nel piazzale, versavano ogni mese una somma variabile fra i 30 e i 50 euro, qualcuno invece lasciava di volta in volta una sorta di mancia, mentre qualcuno veniva autorizzato alla sosta in cambio del lavaggio della propria auto in una struttura adiacente.
A questo punto sono scattati gli accertamenti con la collaborazione degli uffici del Comune, che hanno portato a verificare come mai fosse stata presentata alcuna domanda per ottenere le autorizzazioni necessarie alla gestione di un parcheggio privato a pagamento. Una violazione amministrativa che comporterà una sanzione. I Finanzieri della Compagnia di Rovigo guidata dal Colonnello Nicola Sibilia, nel frattempo, stanno conducendo anche accertamenti sul piano fiscale e tributario per quanto riguarda i compensi che il “gestore” del parcheggio avrebbe percepito in cambio del servizio offerto senza tuttavia dichiarare nulla e quindi sottraendo il proprio guadagno alla tassazione prevista per questa tipologia di attività. Sulla base delle testimonianze raccolte dai militari, relativamente al periodo che va dal 2012 a oggi, visto che nessuno è stato in grado di mostrare alcun documento o ricevuta che attestasse i pagamenti ripetuti nel tempo, avvenuti tutti a nero, sarebbe già stata accertata un’evasione fiscale per un valore di diverse migliaia di euro.
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