Forno crematorio vicino all'ex discarica, i cittadini dicono no

Lunedì 24 Ottobre 2022
Forno crematorio vicino all'ex discarica, i cittadini dicono no

VILLANOVA DEL GHEBBO -Il progetto per la realizzazione di un'ara funeraria vicino all'ex discarica sta suscitando vivaci reazioni negli abitanti che non vogliono convivere con un impianto che, stando a stime attendibili, dovrebbe cremare oltre 500 salme al mese, interessando praticamente tutto l'Altopolesine.

Secondo un piano di 4/5 anni fa l'ubicazione era prevista vicino al cimitero di Bornio; poi l'idea cadde per la vicinanza al centro abitato. Fu spostato su di un terreno adiacente la Sr 88 dove ha trovato l'opposizione dei comuni vicini, Lusia in special modo per le sue coltivazioni orticole pregiate. Eliminata anche questa ipotesi, l'attenzione si è spostata su di uno spazio adiacente l'ex discarica, a lato della circonvallazione Marco Biagi: anche qui però siamo vicini a coltivazioni orticole e frutteti. La circonvallazione è distante 300/400 metri, cento metri più in là ci sono le case.


LA PROTESTA
Il forno crematorio assolutamente non piace ad un paese che conta meno di duemila abitanti e che, secondo i residenti, è diventato lo scaricabarile dei centri vicini. Particolarmente interessato Floriano Oselin che sta diventando il capofila della protesta. «Io non ho niente contro questo tipo di impianto - osserva Oselin - ma se Lusia l'ha rifiutato e gli altri paesi non ne vogliono sapere, perchè allora deve cadere a Villanova del Ghebbo? Perché, dopo i due incontri in cui si era manifestata la volontà di non costruire un'ara funeraria a Bornio, non ce ne sono stati altri per informare i cittadini del nuovo spostamento, vicino al paese? Mi sembra che il Comune abbia in progetto un allargamento del centro, per favorire l'insediamento di nuove famiglie. Realizzare questa struttura nell'unica rimasta libera sia per le coltivazioni che per gli insediamenti, va contro tale progetto e farà ancor di più allontanare la gente».


RICADUTE ECONOMICHE
«Si parla di un apparato moderno e sicuro - prosegue Oselin - Non lo metto in dubbio, ma se ci dovesse essere un intoppo tutto ciò che sarà stato prodotto nelle vicinanze dovrà essere distrutto. Lusia tutela il suo prodotto, e così dobbiamo fare noi. Un impianto del genere porterebbe ad una devalorizzazione dei nostri prodotti, con conseguente ricaduta economica per tutti. Ripeto: possibile che sia sempre Villanova del Ghebbo a dover ospiTare impianti scomodi, mentre altri centri possono valorizzare ciò che hanno di più bello e interessante? Mi sembra che terreni liberi, molto più lontani da un centro abitato, nei comuni che confinano con noi, non manchino. E si parla di chilometri». Floriano Oselin ha pronta una lettera da mandare al sindaco; e comunque sono già parecchi i segnali che arrivano da tutto il paese. La palla passa ora all'amministrazione locale che - a quanto sembra - doveva informare i cittadini dell'avvenuto cambiamento della sede dell'ara e non l'ha fatto.

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