Pandemia e ripresa, guerra e balzo dei costi: il Distretto della giostra è sull'ottovolante

Martedì 3 Maggio 2022 di Alessandro Garbo
Una giostra creata in Polesine in un parco divertimenti russo

ROVIGO - Per il Distretto della giostra del Polesine è una ripresa difficile, dopo gli ultimi due anni in cui il Covid ha stravolto anche le abitudini del divertimento. Franco Cestonaro, di Cna, è il manager del Distretto che da circa vent’anni segue le realtà che sono nate e si sviluppano tra Bergantino, Melara, Castelnovo Bariano, Calto e Ceneselli. «Il blocco causato dalla pandemia non ha certo migliorato le condizioni degli eventi, anzi. I mercati più floridi al momento sono quelli degli Emirati Arabi Uniti e del Golfo, con investimenti sulla costruzione di nuovi parchi in Qatar, come il “Wonderful Winter” che sorgerà a Doha. Queste nazioni puntano molto sul turismo e stanno dando respiro alle nostre imprese. Nel contempo, però, il mercato dei Paesi dell’America Latina (su tutti Messico e Venezuela) ha visto un forte rallentamento, dovuto alle delicate situazioni politiche ed economiche locali. Le richieste maggiori continuano ad arrivare dal mercato europeo».
Servirà tempo, tuttavia, per raggiungere i numeri che si registravano prima della pandemia: «Il 98% del fatturato delle nostre unità arrivava dall’estero - ricorda Cestonaro - per un fatturato annuale che si aggirava sui 100 milioni di euro, ridotto del 50% da quando è scoppiata l’epidemia. Negli ultimi mesi abbiamo registrato un aumento, siamo risaliti al 60-70%. L’aspettativa era tornare a pieno regime entro fine 2022, ma con la guerra servirà più tempo: potrebbe non bastare nemmeno il primo quadrimestre del 2023». L’elenco delle problematiche comprende «il sensibile aumento delle materie prime, come l’acciaio, e i costi delle bollette, che hanno inevitabilmente aumentato anche i costi di produzione. I contratti con i committenti, però, sono stati stipulati mesi fa, prima dei rincari del mercato e prima della guerra in Ucraina. Tutto ciò rischia di rallentare ulteriormente la fine delle commesse».

MANCANZA DI LIQUIDITÀ

Il manager del Distretto della giostra si sofferma su un ulteriore aspetto: «La mancanza di liquidità. Da quando è scoppiata la pandemia sono state bloccate le rate dei mutui, ma i termini stanno per scadere e le aziende sono preoccupate pensando al futuro». «Banche e istituzioni dovranno continuare a sostenere il nostro settore - l’appello di Cestonaro - che opera per la stragrande maggioranza con l’estero».
Sono stati due anni contrassegnati da numerose difficoltà, ma il settore tutto sommato ha resistito: «Nessuna realtà dell’Alto Polesine ha chiuso i battenti - evidenzia Cestonaro - tutte le aziende sono rimaste in piedi, mettendo in campo un forte spirito di sacrificio e onorando gli impegni assunti. L’occupazione è rimasta invariata, non ci sono stati esuberi o licenziamenti. Ci sono complessivamente un centinaio di imprese, dai produttori delle giostre, alle verniciature, saldature, termodinamica, elettronica e luci. L’indotto muove circa 500 addetti nella provincia di Rovigo».

PENURIA DI PERSONALE

«Tante ditte sono accomunate dallo stesso problema - rileva Cestonaro - trovare personale qualificato. Le ricerche stanno continuando e la priorità viene data ai lavoratori del territorio rodigino, poi ci si rivolgerà alla manodopera fuori provincia per colmare questa lacuna».
La guerra in Ucraina e il conseguente blocco del mercato russo ha ripercussioni anche per il Polesine: «Il mercato russo rappresentava una percentuale dal 7 al 10 - osserva Cestonaro - in Russia c’è sempre stato interesse per le nostre attrazioni e abbiamo venduto molte attrezzature, soprattutto per la fiera più importante del Paese che ogni anno si svolge a Mosca».

Ultimo aggiornamento: 17:12 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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