Veneto Sviluppo: c'è il nuovo cda
Presidenza: Trussardi in pole

Mercoledì 20 Gennaio 2016 di Alda Vanzan
Veneto Sviluppo: c'è il nuovo cda Presidenza: Trussardi in pole
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Alle undici del mattino, un attimo prima che iniziasse la seduta del consiglio regionale del Veneto, la squadra del governatore - leghisti e zaiani - ha conosciuto i nomi da votare per il nuovo consiglio di amministrazione di Veneto Sviluppo. Come già successo con i direttori delle Ulss, Luca Zaia ha rivelato solo all’ultimo le sue decisioni, escludendo molti di quelli che fino alla sera prima erano tra i papabili (tipo Ilario Novella) e recuperandone altri che parevano essere stati cassati (tipo Massimo Tussardi, peraltro ora in pole position per presiedere la finanziaria regionale). Le scelte del governatore - «Ottimi professionisti», avrebbe poi detto in aula - sono state rispettose degli equilibri della maggioranza e la liturgia ha seguito il più classico dei copioni: prima la riunione a porte chiuse con i consiglieri leghisti per comunicare 4 nomi dei 5 che spettavano alla maggioranza, poi al consesso sono stati ammessi i tre di Forza Italia: a Elena Donazzan, Massimo Giorgetti, Massimiliano Barison è stato così confermato che il loro uomo (Andrea Antonelli, peraltro l’unico dei consiglieri uscenti a essere riconfermato) era nel board. Quindi tutti in aula per la votazione.
Posto che il Cda di Veneto Sviluppo resta confermato a 13 componenti (il nuovo statuto che riduce il consiglio è ancora all’esame di Bankitalia), 7 spettano alla Regione che ha il 51% e 6 alle banche che hanno il 49%. Gli istituti di credito ancora lo scorso aprile hanno nominato Francesco Giacomin, Antonio Rigon, Leopoldo Mutinelli, Francesco Giovannucci, Pietro Codognato Perissinotto, Donatella Vernisi. Per il parto della Regione, con un’attesa di quasi nove mesi, si è dovuto aspettare la seduta del consiglio di ieri. I sette da eleggere sono così suddivisi: 5 per la maggioranza e 2 per l’opposizione. La maggioranza ha eletto la trevigiana Simonetta Acri (32 voti), i vicentini Patrizia Geria (28) e Andrea Antonelli (29), i padovani Massimo Tussardi (29) e Luigi Barbieri (29). Ergo: qualcuno della maggioranza ha messo solo quattro nomi togliendo una preferenza a Geria, mentre Acri ha avuto anche tre voti dall’opposizione («Brava, l’ho votata anch’io», ha detto la capogruppo Pd Alessandra Moretti). Gli altri due componenti del Cda eletti dalla minoranza sono Giansandro Todescan e Leonardo Colle: il primo era nella Fondazione Kairos che ha sostenuto la campagna elettorale della Moretti, il secondo è un bellunese tosiano. Tutti e due eletti con 16 voti, gli 11 dell’area Pd (Graziano Azzalin è arrivato in ritardo) e i 5 dell’area di Flavio Tosi. Veneto Sviluppo ha così rinsaldato l’asse dem-tosiani (con i tosiani che avranno la presidenza della commissione di inchiesta sulle banche, in pole position Stefano Casali) e isolato i pentastellati: i cinque consiglieri del M5s hanno votato per il Cda il veronese Roberto Scolari (peraltro inutilmente, non aveva neanche i requisiti) e poi al momento di scegliere il Collegio sindacale sono riusciti a far confusione e a disperdere i voti. Del collegio sindacale fanno parte così parte Nicola Cecconato (indicato dalla Lega) e Cinzia Giaretta (indicata dal Pd: come Todescan era nella Fondazione Kairos), più il supplente scelto dalla maggioranza Marco Brida.
Oggi l’assemblea dei soci di Veneto Sviluppo prenderà atto delle nomine, il Cda sarà convocato solo nei prossimi giorni. Al nuovo presidente - quasi certo Massimo Tussardi - il compenso di 30mila euro all’anno potrebbe essere addirittura diminuito.
Tra i compiti assegnati alla nuova governance di Veneto Sviluppo dalla Regione c’è tutta la partita delle imprese che hanno subito la svalutazione delle azioni delle banche popolari. Da registrare anche la richiesta di Bruno Pigozzo (Pd) di mantenere la governance pubblica su Venezia Terminal Passeggeri.
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