Veneto, la siccità "presenta" il conto: 170 milioni di danni all'agricoltura

Giovedì 27 Luglio 2017 di Vettor Maria Corsetti
Veneto, la siccità "presenta" il conto: 170 milioni di danni all'agricoltura
1
Negli ultimi otto mesi la prolungata siccità ha causato danni all’agricoltura veneta per una cifra posizionabile tra i 120 e i 170 milioni di euro. A stimarlo è la Direzione agroalimentare della Regione, sentiti più soggetti in tutte le province, nell’ambito di una verifica funzionale al confronto nazionale sul tema con il ministro per l’Ambiente, Gianluigi Galletti. 
La conferenza Stato-Regioni indetta ieri a Roma, ha visto la partecipazione tra gli altri dell’assessore all’Agricoltura, Giuseppe Pan. Che nell’evidenziare come le piogge scarse o del tutto assenti e le alte temperature abbiano messo in crisi anche diverse aree del Veneto, ha ribadito la necessità di investimenti strutturali per circa 300 milioni di euro, e di porre un freno ai prelievi idroelettrici. «Nella gestione della risorsa idrica vanno privilegiate le vere priorità, ossia gli usi civili e quelli irrigui. Non la produzione idroelettrica, che al contrario risponde a logiche di massimizzazione dei profitti – ha spiegato l’esponente della Giunta Zaia – Questo principio deve valere per tutti, anche nel contemperare le diverse esigenze tra le regioni». Durante l’incontro con il ministro, Pan ha sostenuto anche l’importanza di superare in simili casi la logica emergenziale, già costata a Palazzo Balbi 7 milioni di euro tra approvvigionamenti idropotabili e interventi per uso agricolo: «Molto meglio investire nel periodo medio-lungo – ha aggiunto – secondo un piano strutturale di spesa. Traducibile nel Veneto in 180 milioni da destinare a interventi per usi civici, come la prosecuzione del sistema acquedottistico regionale Mosav e le barriere contro il cuneo salino nel Polesine e nel Veneziano. Più 113 milioni, quantificati per non meno fondamentali investimenti in opere di bonifica». Il registro delle criticità presentato dall’assessore a Galletti, fotografa la sempre più preoccupante situazione in sei province su sette. Dal report della Direzione agroalimentare, infatti, risulta che in otto mesi a Rovigo i raccolti di mais e soia sono pressoché dimezzati. E quanto in precedenza immesso sul mercato, ha subìto svendite da 2 euro al quintale ed è stato destinato alla produzione di bioenergia, perché inadatto a sfamare il bestiame. Problemi anche sulla risalita del cuneo salino, specie nell’area del delta. A Padova, invece, a subire i danni più gravi sono state le colture di mais, soia e barbabietole, in particolare nella parte meridionale della provincia (dove si sono registrate compromissioni fino al 70%). Criticità anche per i vigneti sui Colli Euganei, dove i bacini d’acqua sono quasi esauriti. La portata dell’Adige a Boara, poi, è al 53% della media.

Non minori i problemi per Verona e Vicenza. Nel primo caso si può parlare senza mezzi termini di agricoltura in ginocchio: sia per i frutteti a produzione ridotta e poco adeguata alle richieste dei consumatori, sia per il 40% di foraggio in meno nei pascoli di montagna, con ritardi nella mortificazione delle madrie. E nel secondo, di compromissione dei raccolti di ortaggi, cereali, foraggi e di colture specializzate come il tabacco. A Venezia la minore produzione nelle campagne del litorale è stimata tra il 25 e il 30%, con i danni principali provocati dal cuneo salino. A rischio anche il trapianto del radicchio di Chioggia. Mentre a Treviso le cose sembrano andare meglio, per le riserve sino al 90% della portata idrica. Ma con una “grande sete” che comunque crea difficoltà ai produttori di mais, soia e barbabietola.
Ultimo aggiornamento: 28 Luglio, 08:13 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci