Veneto promozione, ultima chiamata: annullata l'assemblea soci di ieri

Martedì 7 Marzo 2017 di Alda Vanzan
Palazzo Balbi, sede della Regione Veneto
Ultima chiamata per Veneto Promozione, la società consortile per azioni costituita nell’agosto del 2011 e partecipata per il 50% dalla Regione e per il 50% dall’Unione delle Camere di commercio. Ieri era prevista l’assemblea dei soci durante la quale Palazzo Balbi avrebbe formalizzato la decisione di uscire dalla società, ma l’appuntamento è stato rinviato. La motivazione ufficiale è che il presidente di Unioncamere (nonché dell’ente camerale di Venezia e Rovigo), Giuseppe Fedalto, è influenzato. Il che è vero, ma c’è anche un’altra verità: le Camere di commercio di Venezia, Treviso e Padova vorrebbero “salvare” la società, non buttare al macero il lavoro svolto negli ultimi cinque anni e, quindi, salvaguardare le professionalità. Venti i posti di lavoro in ballo. Se non va in porto l’operazione, il rischio è il licenziamento.

TRATTATIVE - Il progetto di rilevare le quote della Regione, però, non ha ancora fatto breccia in tutte le Camere di commercio: quelle di Vicenza e Verona sarebbero le più scettiche, se non altro perché vorrebbero gestirsi in casa tutto il settore della promozione. L’ente camerale di Venezia, invece, vorrebbe non far morire la società e rilanciarla, favorendo anche l’ingresso delle associazioni di categoria. Il vantaggio sarebbe quello di avere un unico soggetto chiamato a fare promozione per tutti i settori economici della regione: turismo, commercio, artigianato, servizi. È vero che su Veneto Promozione ci sono state pesanti polemiche - una su tutte, la famigerata gara ciclistica in Brasile che non s’è mai svolta - tant’è che il governatore Luca Zaia ha deciso di darci un taglio, ma tra gli enti camerali c’è la consapevolezza che un organismo del genere sia necessario per il tessuto produttivo veneto.

SOLDI - Se Palazzo Balbi, come stabilito nel Collegato alla legge di Stabilità, recede, chi paga la sua quota? Al Balbi raccontano che al governatore interessi solo il recesso, uscire dalla società e basta. Ma se anche le quote della Regione venissero regalate agli altri soci, nuovi o vecchi, bisognerebbe comunque far fronte alle spese di funzionamento. Spese che per il 2017 ammontano a 1.316.000 euro. I costi più rilevanti concernono il personale (945.000 euro) e i costi per servizi (234.000 euro). Il guaio, però, è che le Camere di commercio non navigano nell’oro, visto che con la riforma Renzi i diritti camerali sono stati dimezzati. Tant’è, per la Camera di Venezia, con Treviso e Padova, un tentativo per salvare Veneto Promozione va fatto. Di qui il rinvio dell’assemblea dei soci di ieri a data da destinarsi. Nel frattempo gli enti camerali veneti si troveranno e si confronteranno.

SPEZZATINO - In Regione, intanto, hanno deciso di accentrare le competenze relative alla promozione di tutti i settori, quindi non solo turistica. Ad occuparsene è la Direzione Economica e Internazionalizzazione di cui è a capo Vittorio Panciera. Ma il dato di fatto è che si è in presenza di uno “spezzatino” di competenze. Esempi? Il 25 novembre 2016, oltre un mese prima del Collegato che autorizzava il recesso da Veneto Promozione, la giunta ha deciso di promuovere il turismo equestre. E a chi ha dato l’incarico? All’Avisp - Agenzia veneta per l’innovazione nel settore primario (cioè l’ex Veneto Agricoltura) - con il supporto dell’Unione delle Pro loco; impegno di spesa di 126.500 euro. E a chi è stata affidata l’attività di supporto per i Grandi Eventi? A Veneto Lavoro. Adunata nazionale degli alpini, Giro d’Italia, bersaglieri: se ne occuperà l’ente strumentale delle politiche del lavoro. A Palazzo Ferro Fini più di qualcuno si è già chiesto cosa c’entri Veneto Lavoro con le penne nere. L’ente, intanto, ha affidato una prima consulenza pagandola, per quattro mesi, 13.824 euro. I dipendenti di Veneto Promozione a rischio licenziamento ringraziano.
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