Il Veneto non fa più bambini
Le nascite precipitate del 20%

Lunedì 25 Luglio 2016
Il Veneto non fa più bambini Le nascite precipitate del 20%
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VENEZIA - Dopo 90 anni, per la prima volta, l'Italia perde popolazione: se rimane il contributo positivo, seppur ridotto, della componente migratoria, pesa invece in negativo il fatto che i decessi superano in modo consistente le nascite, determinando un calo della popolazione di circa 130 mila.

Nel 2015 i nati sono 485.780, quasi il 16% in meno rispetto al 2008; si tratta di un nuovo minimo storico dall'Unità d'Italia, con un quoziente di natalità che passa dai 9,8 nati ogni mille abitanti del 2008 agli 8 nel 2015.
Il Veneto non fa eccezione come evidenziato da "Statistiche Flash", la pubblicazione curata dalla Sezione Sistema Statistico della Regione del Veneto, da cui emerge tra l'altro che proprio in Veneto la differenza è anche più marcata: i 38.961 bambini nati nel 2015 sono quasi il 20% in meno rispetto al 2008.

La caratteristica di più elevata natalità e fecondità, che ha caratterizzato il territorio veneto negli anni passati, fa spiccare ancor di più un declino che tuttavia caratterizza tutte le regioni: il quoziente di natalità per il Veneto passa infatti da 10,1 nati per mille abitanti nel 2008 ai 7,9 nel 2015.

Il calo delle nascite interessa in misura maggiore le province di Belluno e Treviso, mentre Rovigo ha il tasso di fecondità più basso del territorio. La diminuzione del numero di nati dipende da diversi fattori, uno dei quali è strutturale. Negli ultimi anni, infatti, si è conclusa la vita riproduttiva delle donne nate nella fase del baby-boom di metà degli anni '60 e la riproduzione si affida alle generazioni successive di donne, che sono meno numerose: tra il 2008 e il 2015 le donne in età feconda calano di circa 69mila unità.

A colmare in parte la diminuzione del numero di donne in età riproduttiva e la bassa propensione alla natalità delle donne italiane sono state finora le donne straniere; oggi però con l’attenuarsi dei grandi flussi che hanno caratterizzato le migrazioni degli anni passati, si sono ridotti i nuovi arrivi di donne giovani. Il contributo alla fecondità delle donne straniere è stato particolarmente accentuato, se si pensa che nel 2002 le donne italiane hanno avuto mediamente 1,21 figli e le straniere 2,83. In Veneto tale dinamica è stata ancora più marcata poiché le venete hanno avuto in quello stesso anno 1,13 figli e le straniere 3,09. Questa maggiore propensione alla fecondità che ha caratterizzato le donne straniere va diminuendo.

Oltre all’effetto della crisi, che si è fatta sentire maggiormente per gli stranieri, portando a posticipare la maternità, vi è anche una tendenza ad adeguare modelli e abitudini alla realtà in cui ci si trova, entrando in contatto e sperimentando differenti stili di vita, con relative opportunità e difficoltà. Nel 2014 le donne straniere in Veneto hanno mediamente 2,08 figli (1,97 in Italia), con una stima di ulteriore diminuzione per il 2015 a 2,04 (1,28 in Italia). 
Un altro fattore che penalizza il desiderio di maternità è il mercato del lavoro. Il tasso di occupazione delle donne con figli è, per tutte le età fertili, sistematicamente più basso di quello delle donne senza figli, mettendo in evidenza quanto poco il mercato del lavoro contempli la conciliazione familiare.
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