TRIESTE - Proteggere bambini, disabili e anziani dagli abusi. Questa la finalità della mozione elaborata dalla consigliera regionale della Lega Nord Barbara Zilli affinchè la Regione, in attesa dell'adozione di una legge nazionale, preveda la possibilità di installare all'interno di asili nido, scuole d'infanzia pubbliche o paritarie e nelle strutture socio-assistenziali per anziani, disabili e minori in situazioni di disagio pubbliche o convenzionate sistemi di audio e videosorveglianza a circuito chiuso. «Anche la Regione deve fare la sua parte - spiega Zilli - attivandosi attraverso regolamenti e contributi affinchè questi sistemi siano previsti nelle scuole e nelle strutture per anziani e disabili». «Il problema è cogente - aggiunge - dal momento che purtroppo, anche la nostra regione, non è esente da spiacevoli episodi di maltrattamenti» come i recenti casi a Farra d'Isonzo dove sono stati perpetrati episodi di maltrattamento degli anziani ospiti di una struttura comunale e a Cordenons in una scuola dell'infanzia.
Secondo il Carroccio, l’istallazione di sistemi di videosorveglianza interni alle strutture pubbliche e private costituirebbe da un lato, un elemento di maggiore tranquillità per le famiglie e dall’altro, un deterrente per evitare il rischio di abusi da parte di coloro che operano in tali strutture o, addirittura, da soggetti esterni. Dunque la mozione impegna la Giunta regionale «ad intervenire presso il Governo nazionale affinché sia adottata con urgenza una legge in materia», a prevedere la possibilità di installare telecamere previo assenso dei famigliari dei soggetti indicati e a demandare al più presto, ad apposito regolamento le modalità di gestione dei dati acquisiti, i criteri per la concessione di contributi e le risorse finanziarie necessarie.
© RIPRODUZIONE RISERVATA Secondo il Carroccio, l’istallazione di sistemi di videosorveglianza interni alle strutture pubbliche e private costituirebbe da un lato, un elemento di maggiore tranquillità per le famiglie e dall’altro, un deterrente per evitare il rischio di abusi da parte di coloro che operano in tali strutture o, addirittura, da soggetti esterni. Dunque la mozione impegna la Giunta regionale «ad intervenire presso il Governo nazionale affinché sia adottata con urgenza una legge in materia», a prevedere la possibilità di installare telecamere previo assenso dei famigliari dei soggetti indicati e a demandare al più presto, ad apposito regolamento le modalità di gestione dei dati acquisiti, i criteri per la concessione di contributi e le risorse finanziarie necessarie.