Tra insoddisfazione e distacco: l'irrisolto rapporto fra Nordest e Stato

Lunedì 21 Novembre 2016 di Natascia Porcellato
Tra insoddisfazione e distacco: l'irrisolto rapporto fra Nordest e Stato
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L’Osservatorio sul Nord Est, curato da Demos per Il Gazzettino, indaga oggi intorno alle identità territoriali. In quale area si identificano maggiormente i nordestini? Guardando alle scelte possibili e considerandole congiuntamente, emerge come i riferimenti preferiti siano quelli nazionali (scelto dal 20% in prima indicazione e dal 21% nella seconda) e regionale (13% nella prima e 23% nella seconda). L’orizzonte cosmopolita, poi, intercetta il 21% e il 10% delle indicazioni, seguito dall’Europa, che si vede indicata dall’11% in prima battuta e dal 18% in seconda. La città di residenza, poi, viene preferita sia in prima che in seconda indicazione dal 13% degli intervistati, mentre il Nord Est raccoglie rispettivamente il 16 e 9%. Infine, il Nord, indicato dal 6 e 7% delle preferenze, appare l’orizzonte con minore appeal per gli intervistati.
Come sono cambiati nel tempo? Concentriamoci sulla prima indicazione e guardiamo alla serie storica. Le città appaiono segnate da un declino: nel 2000 erano il riferimento principale del 18% degli intervistati, mentre oggi la quota è ridotta al 13%. In difficoltà appare anche il legame con la regione (-3 punti percentuali tra il 2000 e il 2016), mentre al contrario il Nord Est, in crescita di 5 punti percentuali nello stesso arco di tempo, sembra si stia gradualmente affermando nell’immaginario degli abitanti. Il Nord era e resta un riferimento residuale (6-7%), mentre l’Italia, dopo la crescita di identificazione registrata tra il 2000 e il 2012 (dal 24 al 29%), probabile frutto del lavoro fatto in occasione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, è rientrata oggi intorno al 20%. L’Europa e il Mondo salgono entrambi nel corso del tempo, accentuando la dimensione transnazionale della costruzione dell’identità dei nordestini. 
Per comprendere meglio come si combinano i diversi riferimenti nella costruzione degli intervistati, abbiamo considerato congiuntamente le diverse risposte. Dalle analisi emerge come l’identità locale, che raccoglie chi indica riferimenti identitari cittadini, regionali, nordestini o settentrionali, sia quella più diffusa (28%) e tende a crescere soprattutto tra le persone di età centrale (35-54 anni), tra chi è operaio, imprenditore o disoccupato, oltre che tra gli elettori della Lega Nord. L’identità glocale (che combina appartenenze a Europa o mondo con città, regione, nord est o nord) caratterizza poco meno di un intervistato su quattro (23%), ma appare più presente tra gli over-55, tra chi studia, è operaio o pensionato, e tra i sostenitori di Pd, M5s e dei partiti minori. L’identità locale e nazionale, poi, interessa il 22%, mentre la combinazione di dimensione nazionale e globale si ferma al 18% degli intervistati; entrambe queste componenti mostrano una presenza superiore alla media di giovani under-35, di impiegati, di liberi professionisti, di studenti e di casalinghe, oltre che di elettori del Pd e di Forza Italia. L’identità cosmopolita, infine, riguarda il 9% dei nordestini.
A fronte di una così complessa costruzione dell’identità, come viene giudicata l’unità d’Italia? Il 77% la giudica positivamente, mentre è il 17% ad esprimersi negativamente. Residuali, poi, quanti rimangono neutrali o non rispondono alla domanda (complessivamente: 6%). Il rapporto tra le diverse e stratificate identità dell’area e l’unificazione 1861, però, appare tutt’altro che conflittuale. Infatti, in tutte le dimensioni individuate dalla tipologia, anche quelle più localiste o più cosmopolite, il giudizio espresso sull’unità d’Italia appare largamente positivo. 
Ultimo aggiornamento: 22 Novembre, 10:08 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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