Tra Veneto e Sicilia la lite
riesplode per il tornado

Lunedì 13 Luglio 2015 di Alda Vanzan
Un'immagine delle devastazioni a Cazzago
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VENEZIA - Pure sul tornado che ha devastato la Riviera del Brenta, siciliani e leghisti veneti sono riusciti a baruffare. In ballo c’è il vil denaro, quello che secondo il Carroccio dovrebbe essere dirottato dall’isola ai paesi padani colpiti dalla furia del vento e che invece i siciliani rivendicano.

Un botta e risposta non certo diplomatico: qui su a contestare la «strenna natalizia per una regione governata da incapaci», lì giù ad accusare il Veneto di essere una «regione in cima alla classifica per evasione fiscale».



Premessa: tutto nasce da una nota dei senatori della Lega Nord, Sergio Divina e Nunziante Consiglio, che sabato avevano contestato i 300 milioni dati alla Sicilia per pagare stipendi ai forestali e ai precari: «Ora basta, ogni anno è una strenna natalizia per questa regione governata da incapaci. Quei soldi vengano indirizzati alle popolazioni venete colpite dalla 'tempesta perfetta' che ha distrutto interi territori».

Reazione di Giovanni Ardizzone, Udc, presidente dell'Assemblea regionale siciliana: «I leghisti hanno superato ogni limite: prima facevano politica sfruttando le disgrazie altrui, adesso anche le proprie. Oltre a essere rabbiosi sono anche inconcludenti. Basta a queste falsità sui forestali e sulle risorse destinate alla Sicilia». Segue la spiegazione: i 300 milioni «di cui straparlano i due leghisti» - dice Ardizzone - sono solo «una piccolissima parte delle risorse che in decenni lo Stato ha trattenuto alla Sicilia, per risanare il debito pubblico nazionale, anche dei veneti. Un prelievo forzoso, certificato proprio di recente dalla Corte Costituzionale e dalla Corte dei Conti. I due senatori pensassero al Veneto, regione in cima alla classifica per evasione fiscale e alle tante multe che l'Italia è stata costretta a pagare all'Unione europea per lo sforamento delle quote latte da parte degli allevatori veneti».

Al che il nuovo capogruppo della Lega in consiglio regionale del Veneto, Nicola Finco, non ha certo usato il fioretto. Le parole di Ardizzone? «Farneticanti». «Credo - dice Finco - che chiedere dei fondi nazionali da parte del Veneto che ogni anno lascia a Roma 21 miliardi per ripianare i debiti anche della pessima amministrazione di Crocetta, sia legittimo e doveroso. Si tratta, in fondo, delle tasse dei veneti, quelle che noi versiamo puntualmente, con un rigore che ci viene riconosciuto dallo stesso Governo Renzi quando assume la nostra Regione come riferimento nazionale per i costi standard. Che Ardizzone si preoccupi della sua Sanità allo sbando o al limite, se proprio ha voglia di rendersi utile, mandi le sue migliaia di Forestali in Veneto a ripulire la Riviera del Brenta dalle macerie del tornado e a ricostruire le abitazioni distrutte. Sono certo che qui saranno più utili che laggiù, e motiveranno finalmente la regalìa da 300 milioni che ogni anno scende in Sicilia per pagare anche il loro stipendio. Con quella somma, noi veneti ricostruiremmo buona parte degli edifici abbattuti dal tifone di mercoledì scorso».



Sulla vicenda è intervenuto anche Roberto Ciambetti, leghista, presidente del consiglio regionale del Veneto, che ha citato la relazione della Corte dei conti: «Per evitare il default la Regione Sicilia deve farsi da parte e lasciare tutto in mano al governo centrale statale. Stante la gravità della situazione, tentare di innescare polemiche estive chiamando in causa il Veneto forse serve a guadagnare qualche giorno, di certo non basta a mettere a posto una gestione vergognosa delle risorse pubbliche».
Ultimo aggiornamento: 10:43 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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