Ricorsi e 500 prof mancanti, il solito
avvio nel caos per le scuole venete

Martedì 23 Agosto 2016
Ricorsi e 500 prof mancanti, il solito avvio nel caos per le scuole venete
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La scuola veneta perde quasi 500 docenti. A poche settimane dall’avvio del nuovo anno scolastico l’organico è in alto mare. Da una parte i tagli che penalizzano la nostra regione, dall’altra le assunzione dirette da parte dei presidi che stanno creando malumori. A tutto si sommano i molti ricorsi seguiti alle richieste di trasferimento. Il che significa che gli insegnanti che assumono l’incarico ora potranno poi essere scalzati, a lezioni già avviate, dai colleghi che vinceranno la loro causa. E ce ne saranno, visto che solo a Venezia ci sono 4  docenti che per un errore del sistema ministeriale, pur avendo un punteggio elevato, non sono stati inseriti  in nessun  ambito di insegnamento.
Ieri sulla vicenda è intervenuto anche l’assessore regionale all’Istruzione Elena Donazzan. «Mancano meno di tre settimane alla riapertura dell’anno scolastico e dal ministro Giannini non è arrivata nessuna risposta in merito alle carenze di organico nelle scuole venete - attacca Donazzan - per assicurare l’ordinario funzionamento delle 28.500 classi delle nostre scuole mancano 468 insegnanti». L’assessore torna alla carica con il ministro sollecitando una risposta alla lettera-appello del 29 luglio scorso con cui Regione, Anci, Upi, tutte le sigle sindacali del mondo della scuola veneto, associazioni dell’handicap e capigruppo consiliari hanno denunciato il divario tra "organico di diritto" assegnato dal ministero (rapporto teorico alunni-docenti) e "organico di fatto" (rapporto reale alunni-docenti). «Senza l’assegnazione di quei 468 docenti il sistema scolastico veneto non sarà in grado di garantire gli insegnanti di sostegno agli studenti disabili, la continuità al tempo pieno, la sopravvivenza delle scuole di montagna - continua l’assessore - avremo 200 classi con più di 29 studenti». Per questo il senatore forzista Giovanni Piccoli sta preparando un’interpellanza urgente diretta al ministro Giannini: «L’allarme deve mobilitare tutti i parlamentari veneti, a cominciare da quelli della maggioranza: a rischio c’è l’educazione dei nostri giovani».
Tagli evidenziati anche dai sindacati Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda che avevano fatto una denuncia congiunta all’indomani della nota del Miur 19990 del 22 luglio che stabilisce il numero di posti aggiuntivi. «È stata un’operazione di puro calcolo per contenere le spese - sostengono i sindacati - si parte da un taglio nazionale di 1.192 posti senza entrare nel merito delle richieste fatte pervenire dall'Ufficio scolastico regionale». I sindacati ribadiscono che i posti necessari in Veneto sono almeno 3013 e i 2540 assegnati sono insufficienti.
Oltre a questo si sommano i problemi legati all’assunzione diretta dei docenti da parte dei dirigenti scolastici. La legge 107, la cosiddetta "Buona scuola", prevede che gli insegnanti possano scegliere tra le varie offerte fatte dai presidi. In realtà questo non avviene perchè la direzione regionale non ha fornito date precise per avviare i colloqui. Così ci sono presidi che hanno iniziato a convocare i docenti ed hanno dato 24 ore di tempo per accettare oppure no il contratto. Altri invece che devono ancora partire con i colloqui. Quindi ognuno si muove con tempi propri e soprattutto con criteri di valutazione inventati. E i prof non sanno cosa fare. C’è anche il caso di un’insegnante veneziana che temeva di dire che farà domanda di part time per assistere la mamma ammalata per non correre il rischio di venire scartata dal preside.
Ultimo aggiornamento: 24 Agosto, 07:01 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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