Zaia: autonomia, non faccio sconti per un sì del Pd

Martedì 14 Novembre 2017 di Alvise Fontanella
Zaia: autonomia, non faccio sconti per un sì del Pd
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La rivendicazione di autonomia della Regione Veneto, sostenuta dal trionfale esito del referendum del 22 ottobre scorso, è stato il tema centrale di «Ring», il nuovo talk show di Antenna3 che ha debuttato ieri sera. Nel quadrato di Ring, il governatore Luca Zaia e il direttore del Gazzettino Roberto Papetti. Collegato da Udine, il direttore del Messaggero Veneto Omar Monastier.

CASO SAPPADA
Papetti attacca su Sappada: «Domani la Camera si esprime sul passaggio del comune veneto al Friuli. Se Zaia fosse un deputato, come voterebbe?»

«Voterei no, quello che sta accadendo è una vergogna - risponde Zaia - è un'angheria contro il Veneto, scappata di mano. Lo dice chiaramente lo scontro nel Pd, con il partito nazionale che vuol fare il dispetto al Veneto e il Pd del Veneto che avverte: guardate che dopo Sappada ci sarebbero tante Sappada. Se Sappada passa al Friuli, come si fa a dire di no a Santo Stefano di Cadore, a Fregona, a Orsago? Di Comune in Comune, il Trentino avrebbe uno sbocco al mare». Monastier difende il Friuli: «La nostra autonomia non è il bengodi, mica siamo la Sicilia. Il Friuli non vuole Fregona, ma per Sappada ci sono ragioni storiche». Zaia lo stende: «Se Sappada ha giustificazioni  storiche per passare al Friuli, ditemi perché Cortina non ne ha per passare al Tirolo, andate a spiegare al Comelico, a Lamon, al Portogruarese, che loro le ragioni storiche non le hanno. La verità è sotto gli occhi di tutti: la fuga dal Veneto è per passare a Regioni che stanno meglio, perché sono Regioni autonome».

Papetti torna alla carica: ma perché il Veneto tratta da solo con il governo sull'autonomia, e non lo fa insieme al Lombardia e all'Emilia Romagna? Non si indebolisce così la posizione del Veneto? No, si difende Zaia: «Sono diversi i percorsi, noi siamo l'unica Regione che vota una legge per chiedere l'autonomia. Non c'erano i tempi per andare insieme a trattare. E poi, pensare che le richieste di autonomia dell'Emilia Romagna possano andar bene per la Lombardia o per il Veneto è dura, le richieste sono molto diverse».

Papetti insiste: «In Consiglio regionale, farà qualche sconto sulla richiesta di autonomia per avere il voto del Pd?».

IL VOTO DEL PD
Il no di Zaia è secco: «Basta leggere il libretto sulle cento domande che abbiamo diffuso in vista del referendum: le 23 materie e i 9 decimi delle tasse sono sempre state le nostre richieste. Io penso che il mandato a trattare deve essere a ampio spettro, poi vediamo quello che riesco a portare a casa. Dopo il referendum c'è una richiesta del popolo, ogni no è un no al popolo veneto non a un partito. Che il governo si prenda la responsabilità di dire: io concedo queste 4 cose, le altre no anche se sono previste dalla Costituzione. Io dico che se la Costituzione dice che le Regioni possono chiedere 23 materie, io le posso chiedere tutte, con i fondi relativi».

Monastier condivide: «Il problema è il centralismo, fa bene Zaia a chiedere tanto». Il governatore precisa: «La Costituzione del 1948 era federalista, il centralismo ha negato la sua applicazione. Ora c'è un dibattito surreale. Ma vi pare che si va alla trattativa preoccupandosi di chiedere abbastanza poco da non dispiacere alla controparte? Nessuno di quelli che hanno votato vuole una trattativa al ribasso. Vedrete, qualcosa porteremo a casa. Questo è l'inizio di un cambiamento che coinvolgerà l'intero Paese».

Farà il premier, lo picchia Papetti: ci dica cosa vuol fare da grande, dopo il secondo mandato! «Ma no - conclude Zaia - questa è una voce che si mette in giro per indebolirmi nella trattativa con il governo. Io non corro da premier, non voglio un ruolo nazionale, io voglio portare a casa l'autonomia del Veneto. Questa è la mia ambizione. E la realizzerò».
 
Ultimo aggiornamento: 09:29 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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