PopVicenza, il bilancio peggiora,
piano industriale da rivedere

Martedì 9 Febbraio 2016 di Maurizio Crema
Francesco Iorio
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Popolare Vicenza: il piano industriale dello scorso settembre dovrà essere rivisto mentre Consob mette sotto osservazione la partecipazione del 15% in Cattolica. Oggi il cda approverà il bilancio 2015 che potrebbe chiudersi con 1,2 miliardi di perdite (erano 1,05 nel primo semestre). Nel cda del 16 febbraio si deciderà il prezzo di recesso per la spa.

Ieri il consigliere delegato Francesco Iorio ha incontrati i soci della Popolare a Vicenza. Erano in più di 1100 a seguire le parole del manager arrivato a giugno scorso per salvare la Popolare che dovrà varare il 5 marzo un aumento di capitale da 1,5 miliardi (garantito da Unicredit) e la trasformazione in spa più la quotazione in Borsa. Un triplo salto mortale che si annuncia particolarmente pericoloso stante l’attuale situazione dei mercati e la paura da bail-in che ha portato a un calo della raccolta. «Dobbiamo purtroppo registrare la disaffezione di soci e clienti, che ci portano in prospettiva a dati peggiori rispetto al piano industriale redatto nel mese di settembre, a causa di volumi ridotti rispetto alle nostre previsioni», ha rivelato Iorio dopo forti contestazioni da parte dei soci: «Rispetto al mese di settembre abbiamo una banca più piccola, che vale meno. La riduzione dei volumi di affari e mole di lavoro fatta con clienti e soci è stata superiore al previsto, al momento facciamo più impieghi che raccolta. Ma se ci crediamo tutti assieme questa banca ha valore e futuro, alla fine può riservare grandi soddisfazioni. Le nostre previsioni rimangono quelle di un utile di 200 milioni nel 2018, che salirà a 300 milioni nel 2020».

Nel periodo giugno-settembre i crediti deteriorati netti hanno registrato un incremento di 355 milioni, passando dal 17,18% al 18,97% dei crediti netti alla clientela, a causa soprattutto di un forte aumento delle inadempienze probabili, cresciute di 316,3 milioni (+11,8%), e in misura più contenuta delle sofferenze (+42,1 milioni, +2,4%). Il rapporto di copertura è sceso a fine settembre al 38,38%, dal 39,57% segnato a fine giugno.
L'intervento di Iorio è stato interrotto più volte, anche con fischi e urla, dai soci presenti all'incontro, che lamentavano di aver messo nella Popolare di Vicenza «tutti i risparmi» e ora temono di perderli. «La banca è vostra - ha detto Iorio - e avete il diritto di fare quello che volete. Ma credo oggettivamente che liquidare la banca equivarrebbe ad azzerarne il valore. La trasformazione in società per azioni è un imbuto obbligato, le alternative della liquidazione o della riduzione dell'attivo sotto gli 8 miliardi non le ritengo francamente praticabili». Di fronte alle continue proteste dalla platea, Iorio ha aggiunto: «sarebbe troppo facile per me e per il presidente Dolcetta dire noi non c'entriamo col passato. Il soggetto banca ha avuto comportamenti che hanno provocato guasti e ne siamo consapevoli. Nei limiti delle attuali possibilità patrimoniali abbiamo cercato di fare uno sforzo per valutare quello che è accaduto in passato». Sull’acquisto delle azioni Iorio ha promesso: «Gli incentivi ci saranno ma con onestà vi dico che non sarà possibile ridare mai tutto a tutti». Iorio è stato deciso: «L'aumento di capitale è una scelta obbligata, non ci sono davvero altre possibilità o soluzioni possibili. Ci viene chiesto dalla Bce, non possiamo permetterci di aspettare ancora». Domani e l’11 febbraio gli altri due incontri preparatori, a Conegliano e a Prato.

La Consob ha avviato lo scorso 19 gennaio un'ispezione allo scopo di «acquisire documenti e informazioni concernenti i rapporti» tra la banca e la Cattolica d’assicurazioni e la «valutazione della partecipazione» in bilancio. La quota, che in Borsa oggi vale meno di 150 milioni (ieri il titolo ha perso il 6,67% toccando i 5,525 euro) e che Iorio ha ribadito come strategica, nella semestrale di giugno 2015 era in carico alla popolare vicentina per 388,1 milioni, 14,7 euro per azione.
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