Veleni nell'acqua, Zaia ai ministeri:
«Vogliamo subito 200 milioni di euro»

Martedì 10 Maggio 2016 di Alda Vanzan
Veleni nell'acqua, Zaia ai ministeri: «Vogliamo subito 200 milioni di euro»
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VENEZIA - Veleni nel sangue, Zaia batte cassa a Roma. Quanto? Intanto per quest’anno 200 milioni di euro, poi si vedrà. Il governatore del Veneto ha inviato ieri una lettera, intitolata "Richiesta di intervento straordinario", al presidente del Consiglio dei ministri Matteo Renzi e ai ministri della Sanità Beatrice Lorenzin e dell’Ambiente Gianluca Galletti. La vicenda riguarda la contaminazione da Pfas (sostanze perfluoroalchiliche) della falda acquifera di decine di Comuni del Veneto, soprattutto nelle aree del vicentino, del veronese e del padovano. Sostanze che, tramite l’acqua, sono passate nel sangue di centinaia di cittadini. La Regione Veneto, venuta a conoscenza dell’inquinamento a metà 2013 da uno studio del Cnr commissionato dal ministero dell’Ambiente, ha provveduto a mettere in sicurezza gli acquedotti mediante filtri a carbone, ma resta da risolvere il problema dei pozzi e da eseguire i controlli sulla popolazione contaminata.
 
Per la parte sanitaria la Regione ha stimato una spesa di 100 milioni all’anno, quindi circa un miliardo visto che i controlli sulla popolazione continueranno per una decina d’anni.
E poi si sta pensando di spostare a nord gli acquedotti, così da eliminare il ricorso ai filtri. Ma anche qui servono i soldi. Chi paga? Posto che non ci sono ancora responsabili accertati dell’avvenuto inquinamento (la principale indiziata, la ditta Miteni di Trissino che per decenni ha prodotto Pfas, respinge ogni addebito), resta il fatto che qualcuno dovrà farsi carico nel frattempo quantomeno dei controlli clinici della popolazione.

Il presidente del Veneto dice di avere già parlato con i sindaci dei 29 Comuni la cui popolazione risulta contaminata, tanto che alla lettera a Renzi ne seguirà un’altra delle amministrazioni locali. «Si anticipa la presente richiesta – è scritto nella lettera al premier – evidenziando che di essa, anche a seguito della condivisione espressa nella riunione tenutasi a Montecchio Maggiore il 28 aprile scorso, sono stati notiziati i sindaci dei Comuni interessati, nell’intesa che si trasmetterà a breve la formale adesione dei medesimi alla presente».

Nella missiva si chiede tra l’altro “l’intervento straordinario dello Stato a favore delle popolazioni dei Comuni interessati dal vasto inquinamento con l’adozione di tutti i provvedimenti a sostegno degli sforzi già in atto, anche di natura straordinaria e urgente”; e si preannuncia “la presentazione a brevissimo termine di un programma di interventi strutturali e infrastrutturali, da realizzare in un arco temporale di 4-7 anni”, per un importo “di oltre 100 milioni di euro per la modifica strutturale degli approvvigionamenti idrici per il settore idropotabile e per i settori industriali e agricoli coinvolti”, mentre “per la sorveglianza sanitaria si stimano costi diretti pari a 100 milioni di euro l’anno”. Sempre che i Comuni da monitorare restino 31 (2 per la contaminazione della falda, 29 per l’idropotabile), altrimenti i costi lieviteranno.
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