Pedemontana, il commissario Corsini: «Ricorsi inevitabili»

Giovedì 22 Giugno 2017 di Alda Vanzan
Pedemontana, il commissario Corsini: «Ricorsi inevitabili»
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Marco Corsini, avvocato dello Stato e commissario per la Pedemontana, non si è stupito del ricorso presentato al Tar da Salini Impregilo per far annullare il Terzo Atto Convenzionale. «In Italia - dice - i ricorsi sono un corollario inevitabile di ogni procedura».

Commissario Corsini, nel ricorso di Salini Impregilo si sottolineano alcune criticità, come la lentezza dell’iter. «La Regione è subentrata nella gestione dell’opera dopo che il 31 dicembre 2016 è cessato il regime emergenziale da allora non si è perso un giorno. Ma non mi pare che questo possa essere un motivo di ricorso».

Si contesta anche la significativa lievitazione dei costi da 18,8 a 2,247 miliardi.
«L’incremento dei costi è dovuto al fatto che sono state introdotte opere di mitigazione e complementari chieste dai Comuni. Ma anche questo appartiene al pregresso, non vedo quale sia l’interesse di Impregilo tanto più che i prezzi sono quelli del 2006».

Sis doveva trovare i soldi e non li ha trovati, il closing finanziario non c’è stato.
«È la criticità maggiore che abbiamo trovato. Faccio presente che la convenzione originaria non fissava alcun termine per il closing. E la proposta iniziale arrivava ad Impregilo, non capisco come possa ora lamentare questo aspetto».

Quando ha avuto sentore che stavate modificando la convenzione, Impregilo vi ha mandato una diffida.
«La diffida non era tale da far cambiare idea alla Regione».

E infatti avete approvato il Terzo Atto Convenzionale. Salini Impregilo dice che è una convenzione totalmente nuova e diversa. «Il tema è questo: le modifiche apportate sono tali da alterare la natura del rapporto di concessione oppure sono modifiche che, per quanto importanti, rimangono nell’alveo dello schema originario? Questo lo deciderà la magistratura. Noi siamo convinti di aver fatto un intervento importante, che in quanto importante potrà risolvere le criticità nella finanziabilità dell’opera, ma non di aver cambiato le carte in maniera così profonda».

Stefano Fracasso, capopogruppo Pd, ha detto che “l’ipotesi della risoluzione andava esaminata a fondo, non liquidata sommariamente come fatto dal presidente Zaia”. Perché non avete sciolto il rapporto con Sis? «Anche ammesso e non concesso che il tuo contraente sia inadempiente, risolvere un contratto per inadempienza non è un obbligo, ma una facoltà di cui ti avvali dopo aver valutato costi e benefici. E come abbiamo detto in tutte le salse, pensare oggi di interrompere la realizzazione della Pedemontana in uno stato così avanzato è pura follia. Per i costi sociali, amministrativi, legali, ambientali. E tutto questo al netto del contenzioso».

Avete traslato il rischio traffico dal concessionario (Sis) al concedente (la Regione). «È la convenzione del 2006 a mettere in carico al concedente il rischio traffico: già allora era previsto che in caso di volumi di traffico inferiori a quelli previsti in gara la Regione avrebbe avuto l’obbligo di riequilibrare il piano economico finanziario o allungando la concessione o dando più soldi. Con l’atto aggiuntivo del 2013 le parti hanno scelto il denaro».

Si contesta il “rilevantissimo” canone di disponibilità, quasi 154 milioni all’anno dal 2020 che darete a Sis. «Il canone di disponibilità c’era anche nella vecchia convenzione. La novità è che tutto questo ora viene controbilanciato dall’incasso da tariffe: i pedaggi prima li incassava il concessionario, ora la Regione».

Nel ricorso si dice che i tempi sono aumentati. «Il cronoprogramma è quello ereditato dal commissario governativo, nessuna proroga. Piuttosto, c’è una cosa di cui nessuno parla: quanto avrebbe dovuto pagare la Regione se i flussi di traffico fossero stati non 30mila come previsto in gara ma 16mila come diceva Cdp? C’era addirittura chi sosteneva che la Regione sarebbe andata in default. Su questo rischio ha agito la nuova convenzione».

Quanto nuova?
«Appunto: modifiche sostanziali o sostanziose? Noi diciamo sostanziose».
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