Ovs punta sull’Italia e chiude con
81 milioni di utile: parte il rilancio

Giovedì 26 Maggio 2016 di Maurizio Crema
Ovs punta sull’Italia e chiude con 81 milioni di utile: parte il rilancio
Ieri l’assemblea di Ovs, società quotata in Borsa e controllata a monte dal fondo Bc Partners, ha approvato il bilancio 2015 chiuso con 1,32 miliardi e un utile netto di 81,8 milioni (il gruppo comprende anche Upim) e la distribuzione di 34 milioni di dividendo, cioè 0,15 euro per azione. «Questo bilancio ci consente di tornare a considerare opportunità sul mercato italiano, ancora molto frammentato - spiega l’amministratore delegato di Ovs Stefano Beraldo, il manager entrato 10 anni fa quando il gruppo Coin era in crisi e artefice del rilancio - oggi siamo al 7%, contiamo di arrivare al 10% anche grazie alle nostre aperture, che continueranno al ritmo di 30-40 negozi diretti all’anno, 200 in cinque anni. Non cerchiamo brand ma spazi di una certa dimensione e partiamo con 100 milioni di munizioni disponibili. Ma credo che le banche, alle quali in questi anni abbiamo pagato puntualmente congrui interessi, non avrebbero difficoltà a finanziarci anche con 200 milioni».
 
Beraldo smentisce un interesse per Stefanel: «Con Bepi ci conosciamo, mi è molto simpatico, ma il suo non è un tipo di business che ci è vicino, ha negozi troppo piccoli - sottolinea l’Ad - piuttosto potremo fare come Zara e H&M che hanno marchi loro di gamma più alta. Noi abbiamo stilisti e creativi molto validi, per esempio sulla moda uomo possiamo aprire negozi su strada anche dopodomani». Ma la priorità "per almeno tre anni" è aumentare il peso in Italia comprando anche altre catene tipo Bernardi (con la quale c’è lo strascico di una causa). Anche se l’estero stuzzica molto Beraldo: «Anni fa abbiamo investito nei Balcani: ora abbiamo 70 negozi tra Slovenia, Serbia, Croazia, Montenegro, per un’ottantina di milioni di fatturato e siamo pronti a consolidare questa posizione. In Spagna abbiamo 15 negozi Kids e una catena, presto apriremo due grandi negozi. C’è grandissimo interesse per la Francia, in Svizzera siamo a Losanna. Nel Medio Oriente guardiamo a Emirati e Iran, dove siamo in contatto con almeno due grandi gruppi».
Il rilancio di Coin è una scommessa che pare già vinta. «Abbiamo convertito 5 strutture che non avevano le superfici giuste per la nostra nuova idea di Coin in 4 Ovs e un Upim: ora abbiamo 40 negozi, il fatturato è sui 480 milioni e la catena ci sta dando ottimi risultati. A Venezia l’Excelsior ha raddoppiato lo scontrino medio, a Roma siamo + 50%, apriremo a Macao, i debiti sono a zero - ricorda Beraldo, appassionato viticoltore nel Trevigiano (prosecco Isolaprimo) - l’ebitda è stato di 7 milioni, le proiezioni per quest’anno sono a 15-20 milioni. Coin insomma oggi ha un grandissimo potenziale, dieci anni fa quando sono arrivato era un grosso problema. Questa situazione ci permette di valutare nel medio periodo l’arrivo di un partner che possa portare opportunità di crescita. Anche Ovs nel futuro vedrà sicuramente l’uscita del fondo Bc Partners, vuol dire che diventeremo ancora più public company di oggi. Si può fare anche nel Nordest».
Le previsioni sono positive: «Siamo in crescita ok in un mercato in leggera contrazione, non posso dire di più perché siamo quotati - sorride Beraldo -. Credo che anche quest’anno raggiungeremo i nostri target». Nel frattempo Ovs (mille addetti solo a Mestre, 10mila in totale di gruppo) si fa sempre più sostenibile e sana. «Voglio vietare il fumo anche fuori dalla nostra sede centrale e presto apriremo un asilo per dipendenti e la gente del quartiere realizzato con i nostri padiglioni ecocompatibili dell’Expo 2015», chiude Beraldo.
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